Katharina Grosse, If music no good I no dance

18 novembre 2004 - 8 gennaio 2005
a cura di Milovan Farronato

Il 18 novembre lo spazio Viafarini inaugurerà la prima personale dell’artista tedesca Katharina Grosse in Italia. L’artista, nata nel 1961, vive e lavora tra Düsseldorf e Berlino. E' una delle pittrici dell'ultima generazione che ha ottenuto più riconoscimenti a livello internazionale.

Katharina Grosse si appropria dello spazio espositivo sottolineandone e contemporaneamente trascendendone la struttura architettonica attraverso la forza dei colori e l’energia della tecnica impiegata. Catturata dall’irrefrenabile desiderio — o istinto — di modificare e alterare un ambiente, Grosse gli dona una nuova configurazione estetica e un’inedita valenza cognitiva.

Le sue visioni spaziali non sono intese come folgorazioni — come qualcosa di avulso da cui essere rapiti — ma come conseguenze logiche di un vissuto che si manifesta e di cui non si riescono a cogliere tutti i passaggi. È come se l’artista inseguisse costantemente il suo lavoro e gli fosse sempre alle spalle. Grosse dialoga e rincorre la materia pittorica per esprimere la sua visione; per estendere la sua esistenza (per questo il suo lavoro ha valenza performativa); per tradurre spontaneamente (per questo utilizza la pittura a spray) le sue elaborazioni mentali; per andare oltre l’esperienza della realtà e per trascenderla.

Ogni intervento è assolutamente site-specific, ma è anche continuazione del precedente e punto d’avvio del successivo. La sua produzione può essere intesa come una saga all’interno della quale ogni tappa è progetto e risultato. Si tratta di un movimento senza fine in cui l’assenza di forma e la dissoluzione dei contorni non sono una meta ma un incidente.

È difficile prevedere come l'artista si comporterà nello spazio: se lo invaderà integralmente o se il suo intervento si concentrerà su alcuni angoli strutturali; se il lavoro esprimerà concentramento o dispersione, focus o caos, e in che modo queste energie verranno elaborate.
È verosimile sostenere che in Viafarini l'installazione pittorica di Grosse potrà essere vista anche dall'esterno dello spazio, grazie alle sue ampie finestre, e che saranno quindi possibili due prospettive visive: l’una parziale ma suggestiva, l’altra integrale e maggiormente coinvolgente.

Ciò che è certo è che Grosse, grazie alla collaborazione di Edra, aggiungerà un ulteriore elemento al suo lavoro: la quotidianità della vita. L'installazione pittorica infatti si articolerà inoltre al di sopra di una dimensione intima e quotidiana, vero fulcro del lavoro: un letto disfatto, degli indumenti di vestiario comune e una pila di libri accatastati diverranno un'ulteriore superficie pittorica e nuova realtà su cui applicare l'energia dei colori.

Con il patrocinio e il contributo del Comune di Milano - Cultura e Musei, Settore Musei e Mostre e con il contributo di Goethe Institut, Milano e di Edra.

"Katharina Grosse già all’epoca del progetto per Viafarini aveva fatto cose importanti in spazi pubblici importanti. Dopo Viafarini, il curatore Milovan Farronato la invitò anche alla Galleria Civica di Modena, diretta allora da Angela Vettese. In seguito la Grosse avrebbe continuato con una carriera brillantissima affermandosi come uno dei più interessanti artisti tedeschi".

Patrizia Brusarosco

"Katharina Grosse, come colti artisti internazionali, percepiva Milano come la città del design e di conseguenza venne naturale rivolgersi a Dilmos per trovare il divano che l’artista cercava. D’altronde Lella di Dilmos era tra i soci fondatori di Viafarini, era una mia grande amica, era una grande appassionata dei progetti artistici più ambiziosi. Come sempre Lella colse la sfida e procurò un bellissimo divano di Edra, prestigiosa firma del design italiano. Alla fine della mostra, il divano restò nella mia collezione".

Patrizia Brusarosco

"Il Goethe Institut negli anni ha spesso sostenuto le attività di Viafarini, facendosi promotore di progetti fantastici. Punto fermo all’interno della sede milanese è sempre stata Rosina Franze, appassionata curatrice che ha seguito i progetti approvati dai direttori che si sono succeduti. Rosina ha seguito con rispetto le diverse sfide di Viafarini, fino agli eventi di Oslo, dove nel 2018 suo malgrado si è trovata coinvolta, e che sono raccontati nel capitolo dedicato a Modou Gueye".

Patrizia Brusarosco

Veduta dell’installazione a Viafarini.
Foto di Antonio Maniscalco.

Katharina Grosse, If music no good I no dance

18 novembre 2004 - 8 gennaio 2005
a cura di Milovan Farronato

Il 18 novembre lo spazio Viafarini inaugurerà la prima personale dell’artista tedesca Katharina Grosse in Italia. L’artista, nata nel 1961, vive e lavora tra Düsseldorf e Berlino. E' una delle pittrici dell'ultima generazione che ha ottenuto più riconoscimenti a livello internazionale.

Katharina Grosse si appropria dello spazio espositivo sottolineandone e contemporaneamente trascendendone la struttura architettonica attraverso la forza dei colori e l’energia della tecnica impiegata. Catturata dall’irrefrenabile desiderio — o istinto — di modificare e alterare un ambiente, Grosse gli dona una nuova configurazione estetica e un’inedita valenza cognitiva.

Le sue visioni spaziali non sono intese come folgorazioni — come qualcosa di avulso da cui essere rapiti — ma come conseguenze logiche di un vissuto che si manifesta e di cui non si riescono a cogliere tutti i passaggi. È come se l’artista inseguisse costantemente il suo lavoro e gli fosse sempre alle spalle. Grosse dialoga e rincorre la materia pittorica per esprimere la sua visione; per estendere la sua esistenza (per questo il suo lavoro ha valenza performativa); per tradurre spontaneamente (per questo utilizza la pittura a spray) le sue elaborazioni mentali; per andare oltre l’esperienza della realtà e per trascenderla.

Ogni intervento è assolutamente site-specific, ma è anche continuazione del precedente e punto d’avvio del successivo. La sua produzione può essere intesa come una saga all’interno della quale ogni tappa è progetto e risultato. Si tratta di un movimento senza fine in cui l’assenza di forma e la dissoluzione dei contorni non sono una meta ma un incidente.

È difficile prevedere come l'artista si comporterà nello spazio: se lo invaderà integralmente o se il suo intervento si concentrerà su alcuni angoli strutturali; se il lavoro esprimerà concentramento o dispersione, focus o caos, e in che modo queste energie verranno elaborate.
È verosimile sostenere che in Viafarini l'installazione pittorica di Grosse potrà essere vista anche dall'esterno dello spazio, grazie alle sue ampie finestre, e che saranno quindi possibili due prospettive visive: l’una parziale ma suggestiva, l’altra integrale e maggiormente coinvolgente.

Ciò che è certo è che Grosse, grazie alla collaborazione di Edra, aggiungerà un ulteriore elemento al suo lavoro: la quotidianità della vita. L'installazione pittorica infatti si articolerà inoltre al di sopra di una dimensione intima e quotidiana, vero fulcro del lavoro: un letto disfatto, degli indumenti di vestiario comune e una pila di libri accatastati diverranno un'ulteriore superficie pittorica e nuova realtà su cui applicare l'energia dei colori.

Con il patrocinio e il contributo del Comune di Milano - Cultura e Musei, Settore Musei e Mostre e con il contributo di Goethe Institut, Milano e di Edra.

"Katharina Grosse già all’epoca del progetto per Viafarini aveva fatto cose importanti in spazi pubblici importanti. Dopo Viafarini, il curatore Milovan Farronato la invitò anche alla Galleria Civica di Modena, diretta allora da Angela Vettese. In seguito la Grosse avrebbe continuato con una carriera brillantissima affermandosi come uno dei più interessanti artisti tedeschi".

Patrizia Brusarosco

"Katharina Grosse, come colti artisti internazionali, percepiva Milano come la città del design e di conseguenza venne naturale rivolgersi a Dilmos per trovare il divano che l’artista cercava. D’altronde Lella di Dilmos era tra i soci fondatori di Viafarini, era una mia grande amica, era una grande appassionata dei progetti artistici più ambiziosi. Come sempre Lella colse la sfida e procurò un bellissimo divano di Edra, prestigiosa firma del design italiano. Alla fine della mostra, il divano restò nella mia collezione".

Patrizia Brusarosco

"Il Goethe Institut negli anni ha spesso sostenuto le attività di Viafarini, facendosi promotore di progetti fantastici. Punto fermo all’interno della sede milanese è sempre stata Rosina Franze, appassionata curatrice che ha seguito i progetti approvati dai direttori che si sono succeduti. Rosina ha seguito con rispetto le diverse sfide di Viafarini, fino agli eventi di Oslo, dove nel 2018 suo malgrado si è trovata coinvolta, e che sono raccontati nel capitolo dedicato a Modou Gueye".

Patrizia Brusarosco

Veduta dell’installazione a Viafarini.
Foto di Antonio Maniscalco.

Veduta dell’installazione a Viafarini.
Foto di Antonio Maniscalco.

Veduta dell’installazione a Viafarini.
Foto di Antonio Maniscalco.

Veduta dell'installazione a Viafarini.
Foto La Rissa ????

Veduta dell'installazione

Veduta dell'installazione

Veduta dell'installazione

Veduta dell'installazione

Veduta dell'installazione

Veduta dell'installazione

Durante l’inaugurazione.

Untitled, 1999, acrylic on wall, 400 x 1380 cm, Galerie Conrads, Dusseldorf, photo: Daniela Steinfeld

Double Floor Painting, 2004, acrylic on wall, canvas and bookshelf, 680 x 3800 x 1100 cm, Kunsthallen Brandts Klædefabrik, Odense, Denmark, photo: Torben Eskerod

 

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Untitled, 2002, acrylic on wall, 500 x 5000 cm, “Cidades/Cities”, 25. Bienal de Sao Paulo, Iconografias Metropolitanas,  Brasil 2002, photo: Nelson Kon

Untitled, 2002, acrylic on canvas, 302 x 650 cm, photo: Olaf Bergmann

 

Untitled, 2002, acrylic on canvas, 397 x 770 cm, photo: Olaf Bergmann

Untitled, 2003, acrylic on canvas, 278 x 624 cm, photo: Olaf Bergmann

 

Untitled, 2003, acrylic on wall, bookshelf and books, 332 x 265 x 68 cm, Galerie Conrads, Dusseldorf, photo: Olaf Bergmann

Untitled, 2003, acrylic on wall, bookshelf and books, 332 x 265 x 68 cm, Galerie Conrads, Dusseldorf, photo: Olaf Bergmann

Infinite Logic Conference, 2004, acrylic on wall and objects, 388 x 2500 x 820 cm, Magasin 3 Stockholm Konsthall, Stockholm, photo: Mattias Givell, 
©Magasin 3 Stockholm Konsthall/Mattias Givell

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Infinite Logic Conference, 2004, acrylic on wall and objects, 388 x 2500 x 820 cm, Magasin 3 Stockholm Konsthall, Stockholm, photo: Mattias Givell, ©Magasin 3 Stockholm Konsthall/Mattias Givell

Infinite Logic Conference, 2004, acrylic on wall and objects, 388 x 2500 x 820 cm, Magasin 3 Stockholm Konsthall, Stockholm, photo: Mattias Givell, ©Magasin 3 Stockholm Konsthall/Mattias Givell

Infinite Logic Conference, 2004, acrylic on wall and objects, 388 x 2500 x 820 cm, Magasin 3 Stockholm Konsthall, Stockholm, photo: Mattias Givell, ©Magasin 3 Stockholm Konsthall/Mattias Givell

Untitled, 2003, acrylic on wall, 530 (800) x 1430 x 855 cm, Final Cuts, Union, London, photo: Dave Morga

Infinite Logic Conference, 2004, acrylic on wall and objects, 388 x 2500 x 820 cm, Magasin 3 Stockholm Konsthall, Stockholm, photo: Mattias Givell, ©Magasin 3 Stockholm Konsthall/Mattias Givell

Infinite Logic Conference, 2004, acrylic on wall and objects, 388 x 2500 x 820 cm, Magasin 3 Stockholm Konsthall, Stockholm, photo: Mattias Givell, ©Magasin 3 Stockholm Konsthall/Mattias Givell

Vue de l’exposition de Katharina Grosse « Constructions à cru », présentée au Palais de Tokyo, site de création contemporaine du 28 avril 2005 au 05 juin 2005.
Copyright : Florian Kleinefenn

Vue de l’exposition de Katharina Grosse « Constructions à cru », présentée au Palais de Tokyo, site de création contemporaine du 28 avril 2005 au 05 juin 2005.
Copyright : Florian Kleinefenn

Vue de l’exposition de Katharina Grosse « Constructions à cru », présentée au Palais de Tokyo, site de création contemporaine du 28 avril 2005 au 05 juin 2005.
Copyright : Florian Kleinefenn

Vue de l’exposition de Katharina Grosse « Constructions à cru », présentée au Palais de Tokyo, site de création contemporaine du 28 avril 2005 au 05 juin 2005.
Copyright : Florian Kleinefenn