Lo spazio Viafarini presenta la mostra personale Avanti popolo dell'artista bosniaca Maja Bajevic, a cura di Gabi Scardi. Contemporaneamente l’artista è presente a Milano con un progetto a cura di Edi Muka, presso la galleria milanese Artopia, che presenta una sorta di contraltare intimo e personale, antieroico e quotidiano della situazione indagata nell’installazione di Viafarini.
Con il patrocinio e il contributo del Comune di Milano - Cultura e Musei, Settore Musei e Mostre.
Con la collaborazione di Zegna Baruffa Lane Borgosesia
"Maja Bajevic è nata a Sarajevo nel 1967. Un soggiorno di studio a Parigi si trasforma, negli anni in cui la sua città è sottoposta al trattamento brutale della guerra, in una situazione d’involontario esilio.
Da quel momento il suo lavoro s’incentra sui temi dell’identità individuale e collettiva, nell’intento di smascherare i meccanismi di appartenenza e di esclusione, di controllo e di coazione, gli atteggiamenti autoritari sottesi ad una quotidianità fatta di conflitti e di tensioni talvolta espliciti e manifesti, talaltra sottintesi, latenti o nascosti.
La sua opera implica un atteggiamento di attenzione nei confronti del luogo in cui è chiamata ad operare, ma anche una consapevolezza etica e politica, un diretto coinvolgimento emotivo e performativo, e l’assunzione di un punto di vista personale, quindi dichiaratamente femminile e legato alla propria storia personale.
Maja Bajevic intende stimolare, attraverso pratiche di contatto, di scambio, di comunicazione, una nuova presa di coscienza riguardo al contesto considerato luogo d’intersezione tra sensibilità individuale e sensibilità collettiva.
Con il titolo Avanti popolo, la mostra fa riferimento immediato all’ambito di quelle canzoni, diffuse presso ogni popolo e in ogni nazione, che spingono all’azione ed esaltano il senso di appartenenza e di partecipazione. Accompagnato da una musica assertiva, oratoria e martellante, questo tipo di canto incita alla sfida e alla rivendicazione, al coraggio della collisione diretta, esprime la volontà e la tensione, l’intensità che precede l’esplosione dell’azione.
Abbandonata la connotazione legata alla qualità lirica e all’espressione individuale dell’interiorità, la musica e il canto sono, in questi casi, forieri di conflitti, e si prestano a diventare, grazie al loro potere trascinante, agili strumenti nelle mani di chi intenda gestire processi politici o sociali legati a identità culturali o nazionali.
La mostra comprende un’installazione sonora, una performance dell’artista, alcune fotografie e un video.
Il progetto, appositamente ideato per l’occasione, rientra nell’ambito della serie di mostre attraverso le quali Viafarini, spazio non profit per la promozione dell’arte emergente, presenta ogni anno, con il contributo di Zegna Baruffa Lane Borgosesia, un artista che, pur avendo già riscosso importanti consensi internazionali, non risulta ancora essere stato adeguatamente presentato in Italia".
Gabi Scardi
"All’epoca della fondazione di Viafarini, Gabi Scardi si trovava all’estero, alla scuola curatori di Grenoble; quando rientrò in Italia, dopo un’esperienza presso la galleria Raffaella Cortese, iniziò una lunga carriera da freelance come curatrice, giornalista e insegnante. Diventò presto sostenitrice di Viafarini e per un certo periodo fu anche curatrice dell'Archivio. Nacquero delle collaborazioni a diversi progetti, tra cui l’invito a Maja Bajevic a una doppia mostra in Milano, a Viafarini con un progetto di nuova produzione e alla galleria Artopia con una serie di stampe fotografiche. Gabi da sempre si era interessata alle pratiche artistiche socially engaged, ai temi dell’arte pubblica, ai progetti nello spazio urbano, filone di ricerca che ancora dopo 20 anni persegue con molta coerenza".
Patrizia Brusarosco
"Maja Bajevic è artista di straordinaria umanità e bravura. È stato un piacere lavorarci assieme e la collaborazione non ha presentato alcun ostacolo, neppure quando, per l’impianto audio, si è deciso di non ricorrere al noleggio bensì al prestito dei tanti lettori CD e casse acustiche. Probabilmente la storia personale della Bajevic e le sue origini slave le hanno insegnato la flessibilità, caratteristica che non sempre si ritrova tra gli artist star cresciuti nelle scuole occidentali".
Patrizia Brusarosco
Maja Bajevic, The Speaker, 1998, action, video installation shown on the back of a mobile van, flyers / photographs.
Sarajevo Winter Festival ’98, SCCA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1998.
Photo documentation: Dejan Vekic
Lo spazio Viafarini presenta la mostra personale Avanti popolo dell'artista bosniaca Maja Bajevic, a cura di Gabi Scardi. Contemporaneamente l’artista è presente a Milano con un progetto a cura di Edi Muka, presso la galleria milanese Artopia, che presenta una sorta di contraltare intimo e personale, antieroico e quotidiano della situazione indagata nell’installazione di Viafarini.
Con il patrocinio e il contributo del Comune di Milano - Cultura e Musei, Settore Musei e Mostre.
Con la collaborazione di Zegna Baruffa Lane Borgosesia
"Maja Bajevic è nata a Sarajevo nel 1967. Un soggiorno di studio a Parigi si trasforma, negli anni in cui la sua città è sottoposta al trattamento brutale della guerra, in una situazione d’involontario esilio.
Da quel momento il suo lavoro s’incentra sui temi dell’identità individuale e collettiva, nell’intento di smascherare i meccanismi di appartenenza e di esclusione, di controllo e di coazione, gli atteggiamenti autoritari sottesi ad una quotidianità fatta di conflitti e di tensioni talvolta espliciti e manifesti, talaltra sottintesi, latenti o nascosti.
La sua opera implica un atteggiamento di attenzione nei confronti del luogo in cui è chiamata ad operare, ma anche una consapevolezza etica e politica, un diretto coinvolgimento emotivo e performativo, e l’assunzione di un punto di vista personale, quindi dichiaratamente femminile e legato alla propria storia personale.
Maja Bajevic intende stimolare, attraverso pratiche di contatto, di scambio, di comunicazione, una nuova presa di coscienza riguardo al contesto considerato luogo d’intersezione tra sensibilità individuale e sensibilità collettiva.
Con il titolo Avanti popolo, la mostra fa riferimento immediato all’ambito di quelle canzoni, diffuse presso ogni popolo e in ogni nazione, che spingono all’azione ed esaltano il senso di appartenenza e di partecipazione. Accompagnato da una musica assertiva, oratoria e martellante, questo tipo di canto incita alla sfida e alla rivendicazione, al coraggio della collisione diretta, esprime la volontà e la tensione, l’intensità che precede l’esplosione dell’azione.
Abbandonata la connotazione legata alla qualità lirica e all’espressione individuale dell’interiorità, la musica e il canto sono, in questi casi, forieri di conflitti, e si prestano a diventare, grazie al loro potere trascinante, agili strumenti nelle mani di chi intenda gestire processi politici o sociali legati a identità culturali o nazionali.
La mostra comprende un’installazione sonora, una performance dell’artista, alcune fotografie e un video.
Il progetto, appositamente ideato per l’occasione, rientra nell’ambito della serie di mostre attraverso le quali Viafarini, spazio non profit per la promozione dell’arte emergente, presenta ogni anno, con il contributo di Zegna Baruffa Lane Borgosesia, un artista che, pur avendo già riscosso importanti consensi internazionali, non risulta ancora essere stato adeguatamente presentato in Italia".
Gabi Scardi
"All’epoca della fondazione di Viafarini, Gabi Scardi si trovava all’estero, alla scuola curatori di Grenoble; quando rientrò in Italia, dopo un’esperienza presso la galleria Raffaella Cortese, iniziò una lunga carriera da freelance come curatrice, giornalista e insegnante. Diventò presto sostenitrice di Viafarini e per un certo periodo fu anche curatrice dell'Archivio. Nacquero delle collaborazioni a diversi progetti, tra cui l’invito a Maja Bajevic a una doppia mostra in Milano, a Viafarini con un progetto di nuova produzione e alla galleria Artopia con una serie di stampe fotografiche. Gabi da sempre si era interessata alle pratiche artistiche socially engaged, ai temi dell’arte pubblica, ai progetti nello spazio urbano, filone di ricerca che ancora dopo 20 anni persegue con molta coerenza".
Patrizia Brusarosco
"Maja Bajevic è artista di straordinaria umanità e bravura. È stato un piacere lavorarci assieme e la collaborazione non ha presentato alcun ostacolo, neppure quando, per l’impianto audio, si è deciso di non ricorrere al noleggio bensì al prestito dei tanti lettori CD e casse acustiche. Probabilmente la storia personale della Bajevic e le sue origini slave le hanno insegnato la flessibilità, caratteristica che non sempre si ritrova tra gli artist star cresciuti nelle scuole occidentali".
Patrizia Brusarosco
Veduta della performance
Veduta della performance
Veduta della performance
Veduta dell'installazione
Veduta dell'installazione
Veduta dell'installazione
Veduta dell'installazione
Veduta dell'installazione
Veduta dell'installazione
Veduta dell'installazione
Veduta dell'installazione
Maja Bajevic, Tresses, 2001, in situ installation / photo series, 100 x 70 cm.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K. (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: Maja Bajevic
Maja Bajevic, Tresses, 2001, in situ installation / photo series, 100 x 70 cm.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K. (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: Maja Bajevic
Maja Bajevic, Tresses, 2001, in situ installation / photo series, 100 x 70 cm.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K. (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: Maja Bajevic
Maja Bajevic, Tresses, 2001, in situ installation / photo series, 100 x 70 cm.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K. (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: Maja Bajevic
Maja Bajevic, Tresses, 2001, in situ installation / photo series, 100 x 70 cm.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K. (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: Maja Bajevic
Maja Bajevic
Maja Bajevic, Bergman, Bond, Bajevic, 1998, installation, Super 8 projector, two-channel soundtracks, laundry, dimensions variable / photographs.
Exhibition view: Beyond the Mirror, SCCA, entrance to the Obala open-air cinema, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1998.
Photo documentation: Dejan Vekic
Maja Bajevic, Dressed Up, 1999, seven-hour performance / video (60’55”) / dress.
Exhibition view: MINIMUM, SCCA, City Gallery Collegium Artisticum, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1999.
Photo documentation: Danica Dakic, SCCA
Maja Bajevic, Dressed Up, 1999, seven-hour performance / video (60’55”) / dress.
Exhibition view: MINIMUM, SCCA, City Gallery Collegium Artisticum, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1999.
Photo documentation: Danica Dakic, SCCA
Maja Bajevic, Dressed Up, 1999, seven-hour performance / video (60’55”) / dress.
Exhibition view: MINIMUM, SCCA, City Gallery Collegium Artisticum, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1999.
Photo documentation: Danica Dakic, SCCA
Maja Bajevic, En attendant, 2001, outdoor performance.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: S.M.A.K. / Emanuel Licha
Maja Bajevic, En attendant, 2001, outdoor performance.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: S.M.A.K. / Emanuel Licha
Maja Bajevic, En attendant, 2001, outdoor performance.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: S.M.A.K. / Emanuel Licha
Maja Bajevic, En attendant, 2001, outdoor performance.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: S.M.A.K. / Emanuel Licha
Maja Bajevic, La vie est belle, 2001, performance / photographs.
Exhibition view: Café, Theatre, Art Depot, Sarajevo Winter Festival, CDA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Jusuf Hadzifejzovic), 2001.
Photo documentation: Dejan Vekic
Maja Bajevic, La vie est belle, 2001, performance / photographs.
Exhibition view: Café, Theatre, Art Depot, Sarajevo Winter Festival, CDA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Jusuf Hadzifejzovic), 2001.
Photo documentation: Dejan Vekic
Maja Bajevic, La vie est belle, 2001, performance / photographs.
Exhibition view: Café, Theatre, Art Depot, Sarajevo Winter Festival, CDA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Jusuf Hadzifejzovic), 2001.
Photo documentation: Dejan Vekic
Maja Bajevic, The Speaker, 1998, action, video installation shown on the back of a mobile van, flyers / photographs.
Sarajevo Winter Festival ’98, SCCA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1998.
Photo documentation: Dejan Vekic
Maja Bajevic, The Speaker, 1998, action, video installation shown on the back of a mobile van, flyers / photographs.
Sarajevo Winter Festival ’98, SCCA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1998.
Photo documentation: Dejan Vekic
Maja Bajevic, The Speaker, 1998, action, video installation shown on the back of a mobile van, flyers / photographs.
Sarajevo Winter Festival ’98, SCCA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1998.
Photo documentation: Dejan Vekic
Maja Bajevic, Women at Work — Under Construction, 1999, five-day performance on the scaffolding of the National Gallery of Bosnia and Herzegovina / video (11’48”) / photographs.
Exhibition view: Under Construction, SCCA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1999.
Photo documentation: Haris Memija and Dejan Vekic
Maja Bajevic, Women at Work — Under Construction, 1999, five-day performance on the scaffolding of the National Gallery of Bosnia and Herzegovina / video (11’48”) / photographs.
Exhibition view: Under Construction, SCCA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1999.
Photo documentation: Haris Memija and Dejan Vekic
Maja Bajevic, Women at Work — Under Construction, 1999, five-day performance on the scaffolding of the National Gallery of Bosnia and Herzegovina / video (11’48”) / photographs.
Exhibition view: Under Construction, SCCA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1999.
Photo documentation: Haris Memija and Dejan Vekic
Maja Bajevic, Women at Work — The Observers, 2000, five-day performance / video (8’20”), Château Voltaire, Ferney Voltaire, France, 2000
Maja Bajevic, Women at Work — The Observers, 2000, five-day performance / video (8’20”), Château Voltaire, Ferney Voltaire, France, 2000
Maja Bajevic, Women at Work — The Observers, 2000, five-day performance / video (8’20”), Château Voltaire, Ferney Voltaire, France, 2000
Maja Bajevic, Women at Work — The Observers, 2000, five-day performance / video (8’20”), Château Voltaire, Ferney Voltaire, France, 2000
Maja Bajevic, Women at Work — Washing Up, 2001, five-day performance / video (18′ 09″) / photographs.
Exhibition view: Cemberlitas bathhouse, 7th Istanbul Biennale, Istanbul, Turkey (Curator Yuko Hasegawa), 2001.
Photo documentation: Emanuel Licha
Maja Bajevic, Women at Work — Washing Up, 2001, five-day performance / video (18′ 09″) / photographs.
Exhibition view: Cemberlitas bathhouse, 7th Istanbul Biennale, Istanbul, Turkey (Curator Yuko Hasegawa), 2001.
Photo documentation: Emanuel Licha
Maja Bajevic, Women at Work — Washing Up, 2001, five-day performance / video (18′ 09″) / photographs.
Exhibition view: Cemberlitas bathhouse, 7th Istanbul Biennale, Istanbul, Turkey (Curator Yuko Hasegawa), 2001.
Photo documentation: Emanuel Licha
Maja Bajevic, Arbre, 2001, installation / photographs.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: Maja Bajevic
Maja Bajevic, Arbre, 2001, installation / photographs.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: Maja Bajevic
Maja Bajevic, Arbre, 2001, installation / photographs.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: Maja Bajevic
Maja Bajevic, Arbre, 2001, installation / photographs.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: Maja Bajevic
Maja Bajevic, Arbre, 2001, installation / photographs.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: Maja Bajevic
Maja Bajevic, Bergman, Bond, Bajevic, 1998, installation, Super 8 projector, two-channel soundtracks, laundry, dimensions variable / photographs.
Exhibition view: Beyond the Mirror, SCCA, entrance to the Obala open-air cinema, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1998.
Photo documentation: Dejan Vekic
Maja Bajevic, Dressed Up, 1999, seven-hour performance / video (60’55”) / dress.
Exhibition view: MINIMUM, SCCA, City Gallery Collegium Artisticum, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1999.
Photo documentation: Danica Dakic, SCCA
Maja Bajevic, Dressed Up, 1999, seven-hour performance / video (60’55”) / dress.
Exhibition view: MINIMUM, SCCA, City Gallery Collegium Artisticum, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1999.
Photo documentation: Danica Dakic, SCCA
Maja Bajevic, Dressed Up, 1999, seven-hour performance / video (60’55”) / dress.
Exhibition view: MINIMUM, SCCA, City Gallery Collegium Artisticum, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1999.
Photo documentation: Danica Dakic, SCCA
Maja Bajevic, En attendant, 2001, outdoor performance.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: S.M.A.K. / Emanuel Licha
Maja Bajevic, En attendant, 2001, outdoor performance.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: S.M.A.K. / Emanuel Licha
Maja Bajevic, En attendant, 2001, outdoor performance.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001.
Photo documentation: S.M.A.K. / Emanuel Licha
Maja Bajevic, La vie est belle, 2001, performance / photographs.
Exhibition view: Café, Theatre, Art Depot, Sarajevo Winter Festival, CDA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Jusuf Hadzifejzovic), 2001.
Photo documentation: Dejan Vekic
Maja Bajevic, SCH, 1995, installation, shirts, hangers, clothes rack, light bulbs, sound.
Exhibition view: ENSBA, Paris, France, 1996
Maja Bajevic, SCH, 1995, installation, shirts, hangers, clothes rack, light bulbs, sound.
Exhibition view: ENSBA, Paris, France, 1996
Maja Bajevic, The Speaker, 1998, action, video installation shown on the back of a mobile van, flyers / photographs.
Sarajevo Winter Festival ’98, SCCA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1998.
Photo documentation: Dejan Vekic
Maja Bajevic, Women at Work — Under Construction, 1999, five-day performance on the scaffolding of the National Gallery of Bosnia and Herzegovina / video (11’48”) / photographs.
Exhibition view: Under Construction, SCCA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1999.
Photo documentation: Haris Memija and Dejan Vekic
Maja Bajevic, Women at Work — Under Construction, 1999, five-day performance on the scaffolding of the National Gallery of Bosnia and Herzegovina / video (11’48”) / photographs.
Exhibition view: Under Construction, SCCA, Sarajevo, Bosnia and Herzegovina (Curator Dunja Blazevic), 1999.
Photo documentation: Haris Memija and Dejan Vekic
Maja Bajevic, Women at Work — The Observers, 2000, five-day performance / video (8’20”), Château Voltaire, Ferney Voltaire, France, 2000
Maja Bajevic, Women at Work — The Observers, 2000, five-day performance / video (8’20”), Château Voltaire, Ferney Voltaire, France, 2000
Maja Bajevic, Women at Work — The Observers, 2000, five-day performance / video (8’20”), Château Voltaire, Ferney Voltaire, France, 2000
Maja Bajevic, Women at Work — Washing Up, 2001, five-day performance / video (18′ 09″) / photographs.
Exhibition view: Cemberlitas bathhouse, 7th Istanbul Biennale, Istanbul, Turkey (Curator Yuko Hasegawa), 2001
Photo documentation: Emanuel Licha
Maja Bajevic, Women at Work — Washing Up, 2001, five-day performance / video (18′ 09″) / photographs.
Exhibition view: Cemberlitas bathhouse, 7th Istanbul Biennale, Istanbul, Turkey (Curator Yuko Hasegawa), 2001
Photo documentation: Emanuel Licha
Maja Bajevic, Women at Work — Washing Up, 2001, five-day performance / video (18′ 09″) / photographs.
Exhibition view: Cemberlitas bathhouse, 7th Istanbul Biennale, Istanbul, Turkey (Curator Yuko Hasegawa), 2001
Photo documentation: Emanuel Licha
Maja Bajevic, Women at Work — Washing Up, 2001, five-day performance / video (18′ 09″) / photographs.
Exhibition view: Cemberlitas bathhouse, 7th Istanbul Biennale, Istanbul, Turkey (Curator Yuko Hasegawa), 2001
Photo documentation: Emanuel Licha
Maja Bajevic, Arbre, 2001, installation / photographs.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001
Photo documentation: Maja Bajevic
Maja Bajevic, Arbre, 2001, installation / photographs.
Exhibition view: Watou Poeziezomer 2001, Watou, Belgium, organized by S.M.A.K., Ghent, Belgium (Curator Ann Demeester), 2001
Photo documentation: Maja Bajevic
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