Milano // Dakar
Moussa Traoré, NERO/Alessandro Neretti, Ibrahima Mbengue
Viafarini.work, via Marco d'Agrate 33, Milano
Inaugurazione mercoledì 2 aprile, h. 17.00-21.00
2 aprile - 13 aprile 2025
su appuntamento scrivendo a viafariniwork@viafarini.org
Una mostra frutto dello scambio con la residenza Espace Médina a Dakar, animata dal noto artista senegalese Moussa Traoré, in dialogo con l’artista italiano mid-career Alessandro Neretti/Nero, che ha da poco concluso un soggiorno di ricerca nella capitale del Senegal.
La mostra si completa con il video del fotografo e documentarista senegalese Ibrahima Mbengue che racconta le ricerche degli artisti nelle residenze di Viafarini a Milano.
Accompagna il progetto espositivo un testo del critico Niccolò Lucarelli, che con Eva Fabbris, Giulia Menegale e Giacomo Pigliapoco ha partecipato a un soggiorno di ricerca in occasione della Biennale di Dakar.
Si ringrazia Atipografia Gallery per il supporto alla residenza di NERO/Alessandro Neretti.
Parte del palinsesto di Milano Art Week e di Milano Design Week.
Viafarini è soggetto riconosciuto di rilevanza regionale.
Milano e Dakar: due realtà urbane e culturali apparentemente lontane anni luce. Ad avvicinarle, come spesso accade, provvede l’arte, che ha la capacità di gettare ponti e unire le persone anche nelle situazioni più impensate. Nero/Alessandro Neretti e Moussa Traoré sono le due voci artistiche che si incontrano attorno a un tema complesso come la città di Dakar.
Moussa Traoré, artista autodidatta, riconosciuto come una figura integrante della scena artistica senegalese contemporanea, s’interessa in particolare alle leghe metalliche e alle tecniche di saldatura; nei suoi volti, che ricordano il celebre topos della maschera, incorpora metallo e altri materiali, fra cui legno e cuoio. Questi volti stilizzati, eterni e universali, scavano nelle radici tribali dell’Africa, così come nella cultura senegalese e nelle relazioni fra l’essere umano e la natura; l’indagine di Moussa comincia comunque dal suo vissuto, dal suo ambiente sociale, un omaggio al forte radicamento che la sua famiglia ha da sempre avuto nella scena culturale di Dakar. Le sue maschere ci parlano quindi di un’Africa eterna, che si giustappone con naturalezza all’Africa incontrata da Nero/Alessandro Neretti nel corso della sua residenza; novello Evelyn Waugh, nella sua opera installativa Le baiser de Dakar, l’artista faentino riassume la metafora del viaggio attraverso una raccolta di fotografie, maschere, disegni, inserite in quello che è a tutti gli effetti un cabinet des curiosités dal sapore esotico, che racconta la ricerca di una città al di fuori degli stereotipi per turisti; L’opera è realizzata artigianalmente con pezzi di recupero, e decorata di disegni, maschere e fotografie, attraverso i quali rendere il senso di precarietà che ancora oggi si respira a Dakar, città nella quale l’artista si è immerso osservandone anche i dettagli meno appariscenti ma non per questo meno veri, scoprendo una città vivace, che cerca ogni giorno di lottare per riprendere in mano il proprio destino. Un’opera importante, che nel titolo evoca il fascino sensuale e malinconico di una città non banale, e che riassume un’esperienza vissuta sin nel profondo dell’anima. Moussa e Nero: due riflessioni artistiche, due sguardi sulla stessa città (uno da dentro e uno da fuori), che si sono incontrati e che, specchiandosi l’uno nell’altro completano quel vasto mosaico che è Dakar.
Completa il progetto Milano-Dakar il video del fotografo e documentarista senegalese Ibrahima Mbengue, che aggiunge un ulteriore sguardo dall’Africa; l’intero progetto è infatti un tentativo di scambio fra Europa e Africa, in un momento storico in cui, per svariate ragioni, il dialogo culturale fra i due Continenti non è facile. Utilizzando la tecnica del montaggio parallelo - un omaggio a Samba Felix N'Diaye (Dakar, 1945-2009), cineasta senegalese sensibile al rispetto delle culture e delle tradizioni - Ibrahima ha documentata la residenza degli artisti italiani e stranieri presso Viafarini; il documentario è un dialogo a più voci fra gli artisti (fra questi la video artist e performer Elisabetta Laszlo, la scultrice e installation artist Ekaterina Costa, la pittrice Alina Samarkanova, la scultrice Jessica Moroni e le sound artist Giada Pignotti e Sofia Parma), così come fra gli artisti e lo stesso Ibrahima. Dal filmato, che alterna interviste e parti girate, emerge appieno la dimensione umana accanto alla dimensione creativa. Ibrahima, essendo anche fotografo, è un osservatore della realtà antropologica, e lo scopo del film è stato appunto quello di indagare le relazioni umane che ne sono scaturite, per poi regalare al pubblico quelle emozioni che lui stesso ha vissuto in prima persona. Ed è adesso l’Africa che osserva e racconta l’Europa, nella speranza di ricevere in cambio uno sguardo altrettanto onesto.
Niccolò Lucarelli
Moussa Traoré
È un artista visivo e ambientalista che vive e risiede nel quartiere Médina a Dakar. Proviene da una famiglia che comprende illustri personalità del mondo delle arti e della cultura senegalese. Espace Médina, nel cuore di Dakar, ha segnato la sua formazione artistica e il suo impegno per la promozione dell'arte al servizio della formazione della cittadinanza e della preservazione del Pianeta. Da più di trent’anni Moussa opera e investe, sia a livello locale che all’estero, in molteplici dinamiche di sviluppo sostenibile; compresa l’istruzione e la formazione di base per bambini e giovani. Nella produzione artistica di Moussa Traoré, riconosciuto a livello internazionale dal 1985, si trovano gli elementi dello scarto urbano: l'usato, lo spreco e l'inutile che nelle civiltà dell' "altro mondo" sono recuperati in una continua trasformazione di valore e di uso.
NERO/Alessandro Neretti
Porta avanti una personale ricerca espressiva per esplorare con occhio cinico e sfrontato processi e dinamiche socio-politiche ed economiche concentrandosi nel campo della realizzazione personale e collettiva, del desiderio, del corpo e del simbolo; affianca una ricerca ambientale che affronta lo spazio del qui e ora, comprendendo valori architettonici, culturali e naturali. Soggetti animali e mitologici, ma anche segni e codici, emergono da varie tecniche quali scultura, fotografia, ceramica, stampa, assemblaggio e video.
Ibrahima Mbengue
Artista, fotografo e documentarista originario di Dakar ha sviluppato un approccio visivo che combina ricerca artistica e impegno sociale. Cresciuto a Dakar-Plateau, in un ambiente ricco di stimoli culturali, ha nutrito la sua passione per l'arte visiva sin dalla giovane età, influenzato dai fratelli maggiori, già attivi nel mondo della fotografia. Dopo essersi formato presso il Forut Media Centre di Dakar, dove ha acquisito competenze tecniche in ripresa, suono, montaggio e regia e iniziato un percorso professionale che unisce estetica e denuncia sociale. Negli anni, ha collaborato con prestigiose organizzazioni come la FAO, per la quale ha realizzato un progetto documentaristico sulla gestione degli spazi pelagici in Africa occidentale, e ha lavorato come fotografo ufficiale per il Gruppo Intelcia. La sua carriera lo ha portato a ricoprire ruoli di rilievo, come Direttore Artistico di Dak’Art Milano, e a viaggiare in vari paesi africani ed europei, ampliando così il suo sguardo artistico. Le sue opere, che spaziano dalla fotografia al cinema, si concentrano sul racconto delle trasformazioni urbane e sociali, come dimostrato dalla mostra fotografica Rufisque, una città in stato di degrado e dal documentario realizzato per l’Associazione Térranga.
Espace Médina
Situato nella casa della famiglia Traoré, l'Espace Medina è uno spazio per l'arte e la cultura ispirato da scuole di pensiero di diverse generazioni dagli anni '60, avendo così contribuito a scandire la storia culturale e artistica del Senegal. È un luogo di vita e di ricordi, aperto alla creazione contemporanea, e si è guadagnato la sua reputazione introducendo un collettivo di artisti con Moussa Traoré, Sayo Camara, Khassim Mbaye e il compianto Aladji Koné. Ora, il rinnovamento dell’Espace Medina è stato avviato da Moussa e Cheikha, in dialogo con da giovani creativi di Dakar e altrove. È un ambiente dinamico che è stato riqualificato come uno studio di lavoro, una galleria d'arte, un luogo di residenza e di transito artistico.
Milano // Dakar
Moussa Traoré, NERO/Alessandro Neretti, Ibrahima Mbengue
Viafarini.work, via Marco d'Agrate 33, Milano
Inaugurazione mercoledì 2 aprile, h. 17.00-21.00
2 aprile - 13 aprile 2025
su appuntamento scrivendo a viafariniwork@viafarini.org
Una mostra frutto dello scambio con la residenza Espace Médina a Dakar, animata dal noto artista senegalese Moussa Traoré, in dialogo con l’artista italiano mid-career Alessandro Neretti/Nero, che ha da poco concluso un soggiorno di ricerca nella capitale del Senegal.
La mostra si completa con il video del fotografo e documentarista senegalese Ibrahima Mbengue che racconta le ricerche degli artisti nelle residenze di Viafarini a Milano.
Accompagna il progetto espositivo un testo del critico Niccolò Lucarelli, che con Eva Fabbris, Giulia Menegale e Giacomo Pigliapoco ha partecipato a un soggiorno di ricerca in occasione della Biennale di Dakar.
Si ringrazia Atipografia Gallery per il supporto alla residenza di NERO/Alessandro Neretti.
Parte del palinsesto di Milano Art Week e di Milano Design Week.
Viafarini è soggetto riconosciuto di rilevanza regionale.
Milano e Dakar: due realtà urbane e culturali apparentemente lontane anni luce. Ad avvicinarle, come spesso accade, provvede l’arte, che ha la capacità di gettare ponti e unire le persone anche nelle situazioni più impensate. Nero/Alessandro Neretti e Moussa Traoré sono le due voci artistiche che si incontrano attorno a un tema complesso come la città di Dakar.
Moussa Traoré, artista autodidatta, riconosciuto come una figura integrante della scena artistica senegalese contemporanea, s’interessa in particolare alle leghe metalliche e alle tecniche di saldatura; nei suoi volti, che ricordano il celebre topos della maschera, incorpora metallo e altri materiali, fra cui legno e cuoio. Questi volti stilizzati, eterni e universali, scavano nelle radici tribali dell’Africa, così come nella cultura senegalese e nelle relazioni fra l’essere umano e la natura; l’indagine di Moussa comincia comunque dal suo vissuto, dal suo ambiente sociale, un omaggio al forte radicamento che la sua famiglia ha da sempre avuto nella scena culturale di Dakar. Le sue maschere ci parlano quindi di un’Africa eterna, che si giustappone con naturalezza all’Africa incontrata da Nero/Alessandro Neretti nel corso della sua residenza; novello Evelyn Waugh, nella sua opera installativa Le baiser de Dakar, l’artista faentino riassume la metafora del viaggio attraverso una raccolta di fotografie, maschere, disegni, inserite in quello che è a tutti gli effetti un cabinet des curiosités dal sapore esotico, che racconta la ricerca di una città al di fuori degli stereotipi per turisti; L’opera è realizzata artigianalmente con pezzi di recupero, e decorata di disegni, maschere e fotografie, attraverso i quali rendere il senso di precarietà che ancora oggi si respira a Dakar, città nella quale l’artista si è immerso osservandone anche i dettagli meno appariscenti ma non per questo meno veri, scoprendo una città vivace, che cerca ogni giorno di lottare per riprendere in mano il proprio destino. Un’opera importante, che nel titolo evoca il fascino sensuale e malinconico di una città non banale, e che riassume un’esperienza vissuta sin nel profondo dell’anima. Moussa e Nero: due riflessioni artistiche, due sguardi sulla stessa città (uno da dentro e uno da fuori), che si sono incontrati e che, specchiandosi l’uno nell’altro completano quel vasto mosaico che è Dakar.
Completa il progetto Milano-Dakar il video del fotografo e documentarista senegalese Ibrahima Mbengue, che aggiunge un ulteriore sguardo dall’Africa; l’intero progetto è infatti un tentativo di scambio fra Europa e Africa, in un momento storico in cui, per svariate ragioni, il dialogo culturale fra i due Continenti non è facile. Utilizzando la tecnica del montaggio parallelo - un omaggio a Samba Felix N'Diaye (Dakar, 1945-2009), cineasta senegalese sensibile al rispetto delle culture e delle tradizioni - Ibrahima ha documentata la residenza degli artisti italiani e stranieri presso Viafarini; il documentario è un dialogo a più voci fra gli artisti (fra questi la video artist e performer Elisabetta Laszlo, la scultrice e installation artist Ekaterina Costa, la pittrice Alina Samarkanova, la scultrice Jessica Moroni e le sound artist Giada Pignotti e Sofia Parma), così come fra gli artisti e lo stesso Ibrahima. Dal filmato, che alterna interviste e parti girate, emerge appieno la dimensione umana accanto alla dimensione creativa. Ibrahima, essendo anche fotografo, è un osservatore della realtà antropologica, e lo scopo del film è stato appunto quello di indagare le relazioni umane che ne sono scaturite, per poi regalare al pubblico quelle emozioni che lui stesso ha vissuto in prima persona. Ed è adesso l’Africa che osserva e racconta l’Europa, nella speranza di ricevere in cambio uno sguardo altrettanto onesto.
Niccolò Lucarelli
Moussa Traoré
È un artista visivo e ambientalista che vive e risiede nel quartiere Médina a Dakar. Proviene da una famiglia che comprende illustri personalità del mondo delle arti e della cultura senegalese. Espace Médina, nel cuore di Dakar, ha segnato la sua formazione artistica e il suo impegno per la promozione dell'arte al servizio della formazione della cittadinanza e della preservazione del Pianeta. Da più di trent’anni Moussa opera e investe, sia a livello locale che all’estero, in molteplici dinamiche di sviluppo sostenibile; compresa l’istruzione e la formazione di base per bambini e giovani. Nella produzione artistica di Moussa Traoré, riconosciuto a livello internazionale dal 1985, si trovano gli elementi dello scarto urbano: l'usato, lo spreco e l'inutile che nelle civiltà dell' "altro mondo" sono recuperati in una continua trasformazione di valore e di uso.
NERO/Alessandro Neretti
Porta avanti una personale ricerca espressiva per esplorare con occhio cinico e sfrontato processi e dinamiche socio-politiche ed economiche concentrandosi nel campo della realizzazione personale e collettiva, del desiderio, del corpo e del simbolo; affianca una ricerca ambientale che affronta lo spazio del qui e ora, comprendendo valori architettonici, culturali e naturali. Soggetti animali e mitologici, ma anche segni e codici, emergono da varie tecniche quali scultura, fotografia, ceramica, stampa, assemblaggio e video.
Ibrahima Mbengue
Artista, fotografo e documentarista originario di Dakar ha sviluppato un approccio visivo che combina ricerca artistica e impegno sociale. Cresciuto a Dakar-Plateau, in un ambiente ricco di stimoli culturali, ha nutrito la sua passione per l'arte visiva sin dalla giovane età, influenzato dai fratelli maggiori, già attivi nel mondo della fotografia. Dopo essersi formato presso il Forut Media Centre di Dakar, dove ha acquisito competenze tecniche in ripresa, suono, montaggio e regia e iniziato un percorso professionale che unisce estetica e denuncia sociale. Negli anni, ha collaborato con prestigiose organizzazioni come la FAO, per la quale ha realizzato un progetto documentaristico sulla gestione degli spazi pelagici in Africa occidentale, e ha lavorato come fotografo ufficiale per il Gruppo Intelcia. La sua carriera lo ha portato a ricoprire ruoli di rilievo, come Direttore Artistico di Dak’Art Milano, e a viaggiare in vari paesi africani ed europei, ampliando così il suo sguardo artistico. Le sue opere, che spaziano dalla fotografia al cinema, si concentrano sul racconto delle trasformazioni urbane e sociali, come dimostrato dalla mostra fotografica Rufisque, una città in stato di degrado e dal documentario realizzato per l’Associazione Térranga.
Espace Médina
Situato nella casa della famiglia Traoré, l'Espace Medina è uno spazio per l'arte e la cultura ispirato da scuole di pensiero di diverse generazioni dagli anni '60, avendo così contribuito a scandire la storia culturale e artistica del Senegal. È un luogo di vita e di ricordi, aperto alla creazione contemporanea, e si è guadagnato la sua reputazione introducendo un collettivo di artisti con Moussa Traoré, Sayo Camara, Khassim Mbaye e il compianto Aladji Koné. Ora, il rinnovamento dell’Espace Medina è stato avviato da Moussa e Cheikha, in dialogo con da giovani creativi di Dakar e altrove. È un ambiente dinamico che è stato riqualificato come uno studio di lavoro, una galleria d'arte, un luogo di residenza e di transito artistico.
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