Sciogliere è una parola italiana che significa sia "risolvere" che "dissolvere". L'installazione comprende una scultura di cubetti di ghiaccio e la proiezione di diapositive. La proiezione di diapositive mostra la precedente mostra di Brogger di sculture in cortina di lamiera d'acciaio a Chicago, Illinois.
ll formato dell'immagine che completa l'allestimento è simile a quello delle finestre esistenti nello spazio della galleria di Milano ed è posizionato per apparire come un'estensione di quella fila di finestre; dissolvendo efficacemente il tempo / lo spazio tra le due mostre.
"Mary Brogger era una degli artisti americani che aveva partecipato alla fondazione dell’Archivio, nel 1991, invitata da Laurie Palmer e Federica Thiene. Progettò per lo spazio un lampadario in filo di ferro a cui stavano agganciati dei cubetti di ghiaccio americano, quelli bucati all’interno. Fu un’impresa reperire a Milano la macchina che produceva il ghiaccio americano. Una volta installati i cubetti, su cui erano puntati dei faretti di luce, mano a mano si scioglievano e creavano per terra una pozza d’acqua, con sorprendenti effetti di luce. Completava l’installazione la proiezione di diapositive con richiamo alle finestre dello spazio".
Patrizia Brusarosco
Mary Brogger durante l’installazione.
Foto di Mario Gorni
Sciogliere è una parola italiana che significa sia "risolvere" che "dissolvere". L'installazione comprende una scultura di cubetti di ghiaccio e la proiezione di diapositive. La proiezione di diapositive mostra la precedente mostra di Brogger di sculture in cortina di lamiera d'acciaio a Chicago, Illinois.
ll formato dell'immagine che completa l'allestimento è simile a quello delle finestre esistenti nello spazio della galleria di Milano ed è posizionato per apparire come un'estensione di quella fila di finestre; dissolvendo efficacemente il tempo / lo spazio tra le due mostre.
"Mary Brogger era una degli artisti americani che aveva partecipato alla fondazione dell’Archivio, nel 1991, invitata da Laurie Palmer e Federica Thiene. Progettò per lo spazio un lampadario in filo di ferro a cui stavano agganciati dei cubetti di ghiaccio americano, quelli bucati all’interno. Fu un’impresa reperire a Milano la macchina che produceva il ghiaccio americano. Una volta installati i cubetti, su cui erano puntati dei faretti di luce, mano a mano si scioglievano e creavano per terra una pozza d’acqua, con sorprendenti effetti di luce. Completava l’installazione la proiezione di diapositive con richiamo alle finestre dello spazio".
Patrizia Brusarosco
Mary Brogger che installa i cubetti di ghiaccio.
Foto di Mario Gorni
Veduta dell’installazione.
Foto di Mario Gorni
Foto di Mario Gorni
Foto di Mario Gorni
Foto di Mario Gorni
Foto di Mario Gorni
Foto di Mario Gorni
Durante l’inaugurazione.
Foto di Mario Gorni
Foto di Mario Gorni
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