Una collaborazione con The British Council
"Sul finire degli anni ottanta nuove energie percorrono la scena artistica inglese. Mi riferisco all'area di giovani artisti, nati intorno alla metà degli anni sessanta, molti dei quali diplomati al Goldsmiths College, che negli ultimi anni si sono resi protagonisti di grandi mostre in spazi non istituzionali (Freeze PLA Building 1990) avvalendosi della collaborazione di alcune nuove galleria (Karsten Schubert, Interim Art, Laure Genillard).
Il lavoro di questi artisti, attraverso l'utilizzo di nuovi linguaggi, si caratterizza in modo autonomo rispetto alle precedenti esperienze di questo Paese e sembra essere determinato a uscire da un certo isolamento, da un essere a sé, che è peculiare della cultura britannica. Questa è anche la prima generazione di artisti inglesi disposti a confrontarsi con le emozioni, il che segna un notevole punto di svolta rispetto a una cultura tesa più che altro a rimuoverle, mantenendo però il distacco e l'ironia che sono propri della tradizione inglese.
L'opportunità di organizzare a Milano una mostra di Mat Collishaw, Angus Fairhurst, Abigail Lane, tre artisti che ben rappresentano la scena artistica londinese in questo momento, viene oltre che dalla sollecita collaborazione con il British Council e dal mio personale interesse, dala recente apertura di Viafarini che sembra essere luogo ideale di confronto tra esperienze artistiche geograficamente lontane."
Emi Fontana
Una collaborazione con The British Council
"Sul finire degli anni ottanta nuove energie percorrono la scena artistica inglese. Mi riferisco all'area di giovani artisti, nati intorno alla metà degli anni sessanta, molti dei quali diplomati al Goldsmiths College, che negli ultimi anni si sono resi protagonisti di grandi mostre in spazi non istituzionali (Freeze PLA Building 1990) avvalendosi della collaborazione di alcune nuove galleria (Karsten Schubert, Interim Art, Laure Genillard).
Il lavoro di questi artisti, attraverso l'utilizzo di nuovi linguaggi, si caratterizza in modo autonomo rispetto alle precedenti esperienze di questo Paese e sembra essere determinato a uscire da un certo isolamento, da un essere a sé, che è peculiare della cultura britannica. Questa è anche la prima generazione di artisti inglesi disposti a confrontarsi con le emozioni, il che segna un notevole punto di svolta rispetto a una cultura tesa più che altro a rimuoverle, mantenendo però il distacco e l'ironia che sono propri della tradizione inglese.
L'opportunità di organizzare a Milano una mostra di Mat Collishaw, Angus Fairhurst, Abigail Lane, tre artisti che ben rappresentano la scena artistica londinese in questo momento, viene oltre che dalla sollecita collaborazione con il British Council e dal mio personale interesse, dala recente apertura di Viafarini che sembra essere luogo ideale di confronto tra esperienze artistiche geograficamente lontane."
Emi Fontana
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