Video Invitational è un progetto organizzato da Viafarini in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa del Comune di Venezia.
Video Invitational presenta a partire da gennaio 2006 quattro incontri con altrettanti artisti internazionali sul tema del video: una serie di opere che mettono in risalto le diverse sfumature dell'attuale ricerca video, i labili confini e le contaminazioni con altre modalità espressive.
Il progetto, a cura di Milovan Farronato, prevede che ciascuna video-installazione sia inaugurata con una discussione ed analisi dell'opera video assieme all'artista, rivolta al pubblico, in particolar modo agli studenti.
Bjørn Melhus
È tra gli artisti che esprimono nel modo più efficace le recenti potenzialità estetiche del video e della videoinstallazione. Melhus parte da una formazione in campo cinematografico e infatti alcuni dei suoi lavori, come Auto Center Drive (2003), sono dei lungometraggi da lui diretti e interpretati. L’artista si avvale tuttavia di un approccio registico all’arte anche quando — sempre avvalendosi di proiezioni a parete o a monitor (o di entrambe) — compie interventi più ambientali. In questo caso sospinge l’osservatore all’interno di un set, calcola la sua presenza e lo costringe all’intero di un sistema di suggestioni. I suoi lavori esprimono una dinamica integrazione dialettica tra spazio fisico, immagine e spettatore: è lui infatti a trovarsi immerso in una dimensione visiva dai molteplici punti di vista, nessuno dei quali risulta privilegiato. Al tempo stesso guarda ed è guardato.
Nelle due sedi espositive sono quindi di scena i due lati della stessa medaglia. A Viafarini una doppia proiezione frontale sugli angoli dello spazio espositivo in cui si assiste a un improbabile dialogo tra un astronauta e un cowboy. Inoltre una selezione dai suoi lavori più “pop”, in cui alle riprese si aggiunge l’elaborazione digitale che moltiplica ossessivamente l’immagine dell’artista e crea aberranti scenari. Presso la Fondazione Bevilacqua La Masa vengono presentati alcuni tra i lavori più cinematografici e l’anteprima di un nuovo film, in cui per la prima volta all’interno del video non compare solo l’artista con i suoi vari camuffamenti ma anche due inediti personaggi: suo padre e suo nipote, tre generazioni a confronto in uno scenario fantascientifico.
Bjørn Melhus è nato nel 1966 a Kirchheim/Teck, in Germania; vive e lavora a Berlino. Ha recentemente esposto presso il Kyoto Art Center (2005), l’Honolulu Academy of Arts (2005), il Centro Galego de Arte Contemporánea a Santiago de Compostela (2005), e la Foundation for Art and Creative Technology di Liverpool (2004). Ha partecipato all’ultima edizione della Biennale di Istanbul.
Con il patrocinio e il contributo del Comune di Milano - Settore Tempo Libero e il contributo di British Council
"Weit Weit Weg" (Far, far away)
Questioning how one’s own identity is interwoven in the media’s images of reality, WEIT WEIT WEG looks into the origins of an individual. The adolsecent longing to be somewhere over the rainbow is depicited through the infamous story of Dorthy. Her desires become abstracted in a sea of electronic communications and the developing global village provided through the televised image.
“Far Far Away” proposes as a central theme the loss of subjectivity in the world of the technical image but also puts out the question of the significance of this world in the re-construction of identity. Decidedly narrative, the film tackles the age old theme of growing up/ coming of age, which here is staged as an escape from the childhood playroom. The girl Dorothy (the original sound precursor is taken from the film The Wizard of Oz with Judy Garland) tries to create her Doppelgänger with the help of a mobile phone to ultimately lead this Doppelgänger to her. But this mirror fantasy starts to develop an independent life and wants to become an agent of the big wide world, which repeatedly is shown as TV shows. Towards the end the children’s room becomes smaller and smaller, the mirror image emancipates him/herself from the “original” and develops narcissist masculine traits. The media images turn out to be both projections and mechanisms of control.
An installation in two parts, consisting of a projected dialogue between two cowboys taken from the German version of Billy the Kid (USA 1941), correspondingly a second version of this dialogue taking place, between two astronauts orbiting Earth in individual single occupancy space vessels. Silvercity 1+2 present two far-reaching depictions of camaraderie between men and the struggle for survival within the unknown.
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Video Invitational è un progetto organizzato da Viafarini in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa del Comune di Venezia.
Video Invitational presenta a partire da gennaio 2006 quattro incontri con altrettanti artisti internazionali sul tema del video: una serie di opere che mettono in risalto le diverse sfumature dell'attuale ricerca video, i labili confini e le contaminazioni con altre modalità espressive.
Il progetto, a cura di Milovan Farronato, prevede che ciascuna video-installazione sia inaugurata con una discussione ed analisi dell'opera video assieme all'artista, rivolta al pubblico, in particolar modo agli studenti.
Bjørn Melhus
È tra gli artisti che esprimono nel modo più efficace le recenti potenzialità estetiche del video e della videoinstallazione. Melhus parte da una formazione in campo cinematografico e infatti alcuni dei suoi lavori, come Auto Center Drive (2003), sono dei lungometraggi da lui diretti e interpretati. L’artista si avvale tuttavia di un approccio registico all’arte anche quando — sempre avvalendosi di proiezioni a parete o a monitor (o di entrambe) — compie interventi più ambientali. In questo caso sospinge l’osservatore all’interno di un set, calcola la sua presenza e lo costringe all’intero di un sistema di suggestioni. I suoi lavori esprimono una dinamica integrazione dialettica tra spazio fisico, immagine e spettatore: è lui infatti a trovarsi immerso in una dimensione visiva dai molteplici punti di vista, nessuno dei quali risulta privilegiato. Al tempo stesso guarda ed è guardato.
Nelle due sedi espositive sono quindi di scena i due lati della stessa medaglia. A Viafarini una doppia proiezione frontale sugli angoli dello spazio espositivo in cui si assiste a un improbabile dialogo tra un astronauta e un cowboy. Inoltre una selezione dai suoi lavori più “pop”, in cui alle riprese si aggiunge l’elaborazione digitale che moltiplica ossessivamente l’immagine dell’artista e crea aberranti scenari. Presso la Fondazione Bevilacqua La Masa vengono presentati alcuni tra i lavori più cinematografici e l’anteprima di un nuovo film, in cui per la prima volta all’interno del video non compare solo l’artista con i suoi vari camuffamenti ma anche due inediti personaggi: suo padre e suo nipote, tre generazioni a confronto in uno scenario fantascientifico.
Bjørn Melhus è nato nel 1966 a Kirchheim/Teck, in Germania; vive e lavora a Berlino. Ha recentemente esposto presso il Kyoto Art Center (2005), l’Honolulu Academy of Arts (2005), il Centro Galego de Arte Contemporánea a Santiago de Compostela (2005), e la Foundation for Art and Creative Technology di Liverpool (2004). Ha partecipato all’ultima edizione della Biennale di Istanbul.
Con il patrocinio e il contributo del Comune di Milano - Settore Tempo Libero e il contributo di British Council
"Weit Weit Weg" (Far, far away)
Questioning how one’s own identity is interwoven in the media’s images of reality, WEIT WEIT WEG looks into the origins of an individual. The adolsecent longing to be somewhere over the rainbow is depicited through the infamous story of Dorthy. Her desires become abstracted in a sea of electronic communications and the developing global village provided through the televised image.
“Far Far Away” proposes as a central theme the loss of subjectivity in the world of the technical image but also puts out the question of the significance of this world in the re-construction of identity. Decidedly narrative, the film tackles the age old theme of growing up/ coming of age, which here is staged as an escape from the childhood playroom. The girl Dorothy (the original sound precursor is taken from the film The Wizard of Oz with Judy Garland) tries to create her Doppelgänger with the help of a mobile phone to ultimately lead this Doppelgänger to her. But this mirror fantasy starts to develop an independent life and wants to become an agent of the big wide world, which repeatedly is shown as TV shows. Towards the end the children’s room becomes smaller and smaller, the mirror image emancipates him/herself from the “original” and develops narcissist masculine traits. The media images turn out to be both projections and mechanisms of control.
An installation in two parts, consisting of a projected dialogue between two cowboys taken from the German version of Billy the Kid (USA 1941), correspondingly a second version of this dialogue taking place, between two astronauts orbiting Earth in individual single occupancy space vessels. Silvercity 1+2 present two far-reaching depictions of camaraderie between men and the struggle for survival within the unknown.
Bjorn Melhus
Weit Weit Weg (Far, far away), 1995
film, 16 mm transferred to Video
39 min
Bjorn Melhus
Silver City, 1999
video Installation, 2 channels
7 min
Bjorn Melhus,
Silver City, 1999
video Installation, 2 channels
7 min
Bjorn Melhus
Auto Center Drive, 2003
16 mm film transferred to video
28:00 min
still
Bjorn Melhus
Auto Center Drive, 2003
16 mm film transferred to video
28:00 min
still
Bjorn Melhus
Behind the Moon, behind the rain, Video, 2005
screening version (single channel)
7:50 min
Behind the Moon, Beyond the Rain is a continuation of his 1995 film “Weit Weit Weg” (Far Far Away), based on “The Wizard of Oz”, in which he plays the role of Dorothy. From the loneliness of her room in a high-rise housing project, the protagonist uses her mobile phone to create a second identity for herself. Ten years later, Dorothy’s childhood room is imagined by him once again. A telephone call from her alter ego brings out in full relief the time that has passed, as well as her continuing inability to communicate with others.
Incontro con Bjorn Melhus
Incontro con Bjorn Melhus, l'artista e il curatore Milovan Farronato
Il pubblico, anche canino
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