Nevermore Nevertheless
Sasha Marshani
a cura di Giulio Verago
Edicola Radetzky, viale Gorizia - Darsena, Milano
A un anno dalla sua residenza presso Viafarini l’artista russo Sasha Marshani presenta per Edicola Radetzky un ciclo di disegni di grandi dimensioni che mescolano memorie personali e trauma collettivo, echi del passato che si innestano a visioni distopiche del futuro.
L’immaginario dell'artista è carico di simboli legati al conflitto e alla contraddizione; l'intraducibilità dell’esperienza di chi lascia il proprio Paese e la scoperta spontanea di piccole epifanie urbane.
Nelle opere il limite del foglio diventa la demarcazione di una trincea, la pagina strappata offre l’illusione che ci sia un senso di lettura unico mentre in realtà prevale un senso di vertigine multiverso.
Nell’ultimo anno l’artista ha vissuto in Paesi diversi per colpa della guerra in atto in Ucraina, esplorando Milano e Tbilisi con l’attitudine del flâneur, continuando a interrogarsi sulla condizione di sradicamento e sull’origine ambigua dei ricordi.
Il concetto stesso di propaganda si basa sul rovesciamento della realtà nel suo contrario. La manipolazione politica della narrazione crea le basi per giustificare una allucinazione collettiva basata sull’homo homini lupus.
Sasha Marshani è artista ma anche editore, fondatore di Samopal Books, piattaforma indipendente di zine e pubblicazioni d’arte, nonché ricercatore delle pubblicazioni underground europea e in particolare dei Samizdat sovietici.
Il termine significa letteralmente “pubblicato da sé”, e fu coniato dal poeta russo Nikolay Glazkov in opposizione alla stampa del regime staliniano per definire le pubblicazioni copiate a mano che diedero vita tra gli anni ‘50 al crollo dell’URSS a vere e proprie biblioteche clandestine.
Nevermore Nevertheless
Sasha Marshani
a cura di Giulio Verago
Edicola Radetzky, viale Gorizia - Darsena, Milano
A un anno dalla sua residenza presso Viafarini l’artista russo Sasha Marshani presenta per Edicola Radetzky un ciclo di disegni di grandi dimensioni che mescolano memorie personali e trauma collettivo, echi del passato che si innestano a visioni distopiche del futuro.
L’immaginario dell'artista è carico di simboli legati al conflitto e alla contraddizione; l'intraducibilità dell’esperienza di chi lascia il proprio Paese e la scoperta spontanea di piccole epifanie urbane.
Nelle opere il limite del foglio diventa la demarcazione di una trincea, la pagina strappata offre l’illusione che ci sia un senso di lettura unico mentre in realtà prevale un senso di vertigine multiverso.
Nell’ultimo anno l’artista ha vissuto in Paesi diversi per colpa della guerra in atto in Ucraina, esplorando Milano e Tbilisi con l’attitudine del flâneur, continuando a interrogarsi sulla condizione di sradicamento e sull’origine ambigua dei ricordi.
Il concetto stesso di propaganda si basa sul rovesciamento della realtà nel suo contrario. La manipolazione politica della narrazione crea le basi per giustificare una allucinazione collettiva basata sull’homo homini lupus.
Sasha Marshani è artista ma anche editore, fondatore di Samopal Books, piattaforma indipendente di zine e pubblicazioni d’arte, nonché ricercatore delle pubblicazioni underground europea e in particolare dei Samizdat sovietici.
Il termine significa letteralmente “pubblicato da sé”, e fu coniato dal poeta russo Nikolay Glazkov in opposizione alla stampa del regime staliniano per definire le pubblicazioni copiate a mano che diedero vita tra gli anni ‘50 al crollo dell’URSS a vere e proprie biblioteche clandestine.
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viafarini@viafarini.org