Una rassegna di opere filmiche indipendenti, artistiche e sperimentali.
Programma:
Martedì 20 febbraio, h.19.00 SUPRANATURA, di Dem e Seth Morley
Martedì 6 marzo, h.19.00 THE TRIP, di Jeff Nash e Ryan Spring Dooley
Martedì 20 marzo, h.19.00 IL CORPO DI CRISTO, di Akab
Martedì 10 aprile, h.19.00 VISTA MARE, di Andrea Castoldi
Una rassegna dedicata al linguaggio cinematografico attraverso esperienze eterogenee.
Promosso da Viafarini e Artepassante con la collaborazione di Carboluce.
Ingresso libero.
Carboluce è un progetto culturale e artistico che ha lo scopo di fare ricerca e promozione di opere visive e cinematografiche autoprodotte, indipendenti e sperimentali. Si pone l’obiettivo di dare rilevanza, visibilità e portare al pubblico opere altrimenti ignorate dai circuiti distributivi tradizionali. Carboluce è un contenitore di un mesmerico, ipnotico, crepuscolare e filosofico cinema della strada. Non ha scopo di lucro. Carboluce vive dentro e fuori dalla rete.
SUPRANATURA, di Dem e Seth Morley
"Il protagonista ci conduce nel suo viaggio spirituale mettendo in luce le grandi contraddizioni dell’Uomo moderno, tessendo il percorso esemplare per un ritorno alle origini. Si affronta il rapporto tra l’Uomo e la Natura, il suo estraniamento, la crisi esistenziale e la conseguente alienazione. Attraverso temi come la morte, la vita e la fascinazione magnetica dei sogni, si finisce con l’entrare in una dimensione altra, in cui realtà e mondo onirico si confondono, capovolgendo la visione ordinaria della vita. Ecco che segni e simboli della natura riacquistano voce e significato, attivando nello spettatore un sottobosco emotivo plurisensoriale che ruota intorno al ciclo imposto dalla natura: Nascita, Morte, Rinascita.
Sacrificando la parte più malata dell’uomo moderno, si assiste alla sua rinascita."
Cinzia Puggioni
THE TRIP, di Jeff Nash e Ryan Spring Dooley
Ryan e Jeff sono due detective privati che si trovano per le mani una patata bollente: il caso di una maledizione. Prendono spunto dall'icona della detective story fumettistica americana e la contaminano con uno stile registico che mischia i primissimi stilemi della Nouvelle Vague francese con l'underground Newyorkese dei primi anni '80, giocano a diversi livelli di riprese (e ripresa della ripresa) come faceva Andy Warhol e realizzano animazioni in stop-motion tridimensionali come facevano i Monty Python. Nonostante lo stile grezzo e underground della loro produzione e i riferimenti non dichiarati, Ryan e Jeff tornano per la seconda volta dopo The Suitcase (già film Carboluce), come autori e interpreti di un film che sintetizza il concetto di cinematografia Self-Made, come direbbe Gondry. E lo fanno con il loro carattere comico e sentimentale.
IL CORPO DI CRISTO, di Akab
Secondo lungometraggio di Akab (dopo Mattatoio presentato nel 2003 nella sezione Orizzonti del Festival del Cinema di Venezia), Il Corpo di Cristo racconta di una famiglia disfunzionale con il gusto del cannibalismo. Realizzato un anno dopo e proiettato al Festival Cinematografico di Bellaria, Akab riporta il suo personalissimo stile fumettistico sullo schermo, senza una violenza dichiaratamente splatter ma suggerita da una regia sporca e drammatica, filmata con una vecchia videocamera e un montaggio frenetico. Sempre con uno stile underground e con i forti contrasti che richiamano le chine delle sue graphic-novel.
VISTA MARE, di Andrea Castoldi
Italia 2020. La regione Puglia è diventata una frontiera militarizzata, una linea di confine da non oltrepassare e al collasso a causa delle migliaia di italiani che in pochi mesi l'hanno invasa. Lo Stato italiano è ormai alla deriva. Le rivolte popolari e le manifestazioni si susseguono a causa di una crisi economica sempre più soffocante.
Scontati tre anni di carcere per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ora agli arresti domiciliari, Stilitano (Arturo Di Tullio) è deciso a ricominciare dalla sua vecchia vita di pizzaiolo. Le condizioni sfavorevoli in cui versa il Paese lo obbligano però a partire alla volta della Foresta Umbra. Qui incontra un gruppo di italiani, nascosto da settimane in un vecchio casolare abbandonato, che come lui è in attesa di poter salire su un gommone di fortuna per raggiungere la tanto sognata Albania, terra prospera di lavoro e di speranza.
Una rassegna di opere filmiche indipendenti, artistiche e sperimentali.
Programma:
Martedì 20 febbraio, h.19.00 SUPRANATURA, di Dem e Seth Morley
Martedì 6 marzo, h.19.00 THE TRIP, di Jeff Nash e Ryan Spring Dooley
Martedì 20 marzo, h.19.00 IL CORPO DI CRISTO, di Akab
Martedì 10 aprile, h.19.00 VISTA MARE, di Andrea Castoldi
Una rassegna dedicata al linguaggio cinematografico attraverso esperienze eterogenee.
Promosso da Viafarini e Artepassante con la collaborazione di Carboluce.
Ingresso libero.
Carboluce è un progetto culturale e artistico che ha lo scopo di fare ricerca e promozione di opere visive e cinematografiche autoprodotte, indipendenti e sperimentali. Si pone l’obiettivo di dare rilevanza, visibilità e portare al pubblico opere altrimenti ignorate dai circuiti distributivi tradizionali. Carboluce è un contenitore di un mesmerico, ipnotico, crepuscolare e filosofico cinema della strada. Non ha scopo di lucro. Carboluce vive dentro e fuori dalla rete.
SUPRANATURA, di Dem e Seth Morley
"Il protagonista ci conduce nel suo viaggio spirituale mettendo in luce le grandi contraddizioni dell’Uomo moderno, tessendo il percorso esemplare per un ritorno alle origini. Si affronta il rapporto tra l’Uomo e la Natura, il suo estraniamento, la crisi esistenziale e la conseguente alienazione. Attraverso temi come la morte, la vita e la fascinazione magnetica dei sogni, si finisce con l’entrare in una dimensione altra, in cui realtà e mondo onirico si confondono, capovolgendo la visione ordinaria della vita. Ecco che segni e simboli della natura riacquistano voce e significato, attivando nello spettatore un sottobosco emotivo plurisensoriale che ruota intorno al ciclo imposto dalla natura: Nascita, Morte, Rinascita.
Sacrificando la parte più malata dell’uomo moderno, si assiste alla sua rinascita."
Cinzia Puggioni
THE TRIP, di Jeff Nash e Ryan Spring Dooley
Ryan e Jeff sono due detective privati che si trovano per le mani una patata bollente: il caso di una maledizione. Prendono spunto dall'icona della detective story fumettistica americana e la contaminano con uno stile registico che mischia i primissimi stilemi della Nouvelle Vague francese con l'underground Newyorkese dei primi anni '80, giocano a diversi livelli di riprese (e ripresa della ripresa) come faceva Andy Warhol e realizzano animazioni in stop-motion tridimensionali come facevano i Monty Python. Nonostante lo stile grezzo e underground della loro produzione e i riferimenti non dichiarati, Ryan e Jeff tornano per la seconda volta dopo The Suitcase (già film Carboluce), come autori e interpreti di un film che sintetizza il concetto di cinematografia Self-Made, come direbbe Gondry. E lo fanno con il loro carattere comico e sentimentale.
IL CORPO DI CRISTO, di Akab
Secondo lungometraggio di Akab (dopo Mattatoio presentato nel 2003 nella sezione Orizzonti del Festival del Cinema di Venezia), Il Corpo di Cristo racconta di una famiglia disfunzionale con il gusto del cannibalismo. Realizzato un anno dopo e proiettato al Festival Cinematografico di Bellaria, Akab riporta il suo personalissimo stile fumettistico sullo schermo, senza una violenza dichiaratamente splatter ma suggerita da una regia sporca e drammatica, filmata con una vecchia videocamera e un montaggio frenetico. Sempre con uno stile underground e con i forti contrasti che richiamano le chine delle sue graphic-novel.
VISTA MARE, di Andrea Castoldi
Italia 2020. La regione Puglia è diventata una frontiera militarizzata, una linea di confine da non oltrepassare e al collasso a causa delle migliaia di italiani che in pochi mesi l'hanno invasa. Lo Stato italiano è ormai alla deriva. Le rivolte popolari e le manifestazioni si susseguono a causa di una crisi economica sempre più soffocante.
Scontati tre anni di carcere per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ora agli arresti domiciliari, Stilitano (Arturo Di Tullio) è deciso a ricominciare dalla sua vecchia vita di pizzaiolo. Le condizioni sfavorevoli in cui versa il Paese lo obbligano però a partire alla volta della Foresta Umbra. Qui incontra un gruppo di italiani, nascosto da settimane in un vecchio casolare abbandonato, che come lui è in attesa di poter salire su un gommone di fortuna per raggiungere la tanto sognata Albania, terra prospera di lavoro e di speranza.
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