KEEP CLEAN - Tieni pulito. Un messaggio volutamente provocatorio per chi ha fatto dell'arte in strada una scelta di vita. Il concetto è: vogliamo tutto realmente pulito, intatto, asettico? E i criteri di pulizia, chi li stabilisce? E allora Dumbo applica l'esasperazione del concetto di pulizia, immaginando un mondo dove tutto, ma proprio tutto (immagini, messaggi, pubblicità, istruzioni per l'uso…), viene costantemente cancellato. In un secondo momento poi mette in contrasto questo immaginario mondo del tutto pulito, con la situazione esattamente opposta; una sorta di zona franca dove non vengono messi limiti alle sue forze espressive e comunicative. Personali visioni del mondo in cui viviamo attraverso tele, foto, installazioni. Il forte contrasto fra i due mondi non vuole indurre a una scelta, ma stimolare una riflessione sul come sia impensabile scindere il pulito dallo sporco, il bianco dal colorato, il bello dal brutto, il manifesto pubblicitario dalla tag e di conseguenza DUMBO da KEEP CLEAN.
DUMBO nasce 27 anni fa nella periferia sud-ovest di Milano dove il contesto urbano, forse più che altrove, ispira ed accoglie le istanze comunicative dei giovani diventando presto cornice di parole urlate dai muri.
E' nel 93 che si avvicina gradualmente al mondo dei graffiti: frequenta persone che manifestano i suoi stessi interessi e con questi dà inizio ad un intenso lavoro di appropriazione del territorio cittadino dipingendo prevalentemente sui treni e sui muri di Milano.
Alla fine degli anni ‘90 la consapevolezza di far parte di un fenomeno artistico internazionalmente riconosciuto e in continua evoluzione, lo porta all'incontro e alla collaborazione con artisti stranieri in paesi europei e non, dove lo scambio di esperienze e di visioni si assesta sempre più in un ambito propriamente artistico.
Grazie a questa continua sperimentazione di forme e contenuti artistici e alla conseguente realizzazione di disegni e tele, Dumbo viene invitato a partecipare a mostre collettive come AIRBRUSH (2001-2003) e NOW UNDERGROUND (2004), a collaborare con riviste affermate (Urban, Caffelatte, Boiler, Graphotism) e pubblicazioni appartenenti ad un circuito underground internazionale.
Nel 2002 realizza la sua prima esposizione personale allo spazio Olinda presso l'ex ospedale psichiatrico P. Pini di Milano, seguita nel 2003 da una mostra in collaborazione col fotografo Fakso presso la casa di produzione cinematografica "Neue Sentimental Film".
Ma questi sono anche gli anni in cui Dumbo fa della strada il suo più frequentato laboratorio: scritte, manifesti, adesivi. Una scelta, questa, coerente con una forma d'arte prima di tutto legata alla strada e all'illegalità, che indubbiamente ne costituiscono l'aspetto caratterizzante.
"Sfido chiunque sia stato in Italia e soprattutto a Milano negli ultimi dieci anni a sostenere di non aver letto sui muri la parola "dumbo". Impossibile.
Il writer che si cela dietro queste cinque lettere ripetute ossessivamente, che tanto ha fatto discutere a Milano e in Italia, ha l’incoercibile ossessione di tatuare la pelle delle città. Nato negli anni ’70 e cresciuto nella periferia sud di Milano, Dumbo entra in contatto col mondo dei graffiti nei primi anni ’90 e, nel giro di breve tempo, diventa uno dei writer più in vista nel panorama europeo. Nei suoi numerosi viaggi in Italia, Europa e Stati Uniti, Dumbo entra in contatto con nuove realtà che contribuiscono a determinarne gusti e personalità sino a quando, verso il 2000, decide di dare nuova forma a questa sua passione ossessiva: pur senza abbandonare l’azione di strada, inizia un percorso artistico che lo porta a partecipare, fra il 2001 e il 2004, a svariate collettive. Nel 2004, presenta la sua prima personale a Viafarini, evento che induce i media a focalizzare sempre più l’interesse su questo scomodo, geniale e soprattutto misterioso personaggio e, nel giro di breve tempo, Dumbo diventa un caso dibattuto fra le istituzioni che si occupano di ordine pubblico e i circuiti dell’arte contemporanea."
Enrico Damiani
"Dumbo rappresenta tutto ciò che è giusto facendo tutto ciò che viene considerato sbagliato da un sistema culturale che continua a non volere accettare la realtà così com’è, ma si ostina a crearne di false e artificiali."
Barry McGee
KEEP CLEAN - Tieni pulito. Un messaggio volutamente provocatorio per chi ha fatto dell'arte in strada una scelta di vita. Il concetto è: vogliamo tutto realmente pulito, intatto, asettico? E i criteri di pulizia, chi li stabilisce? E allora Dumbo applica l'esasperazione del concetto di pulizia, immaginando un mondo dove tutto, ma proprio tutto (immagini, messaggi, pubblicità, istruzioni per l'uso…), viene costantemente cancellato. In un secondo momento poi mette in contrasto questo immaginario mondo del tutto pulito, con la situazione esattamente opposta; una sorta di zona franca dove non vengono messi limiti alle sue forze espressive e comunicative. Personali visioni del mondo in cui viviamo attraverso tele, foto, installazioni. Il forte contrasto fra i due mondi non vuole indurre a una scelta, ma stimolare una riflessione sul come sia impensabile scindere il pulito dallo sporco, il bianco dal colorato, il bello dal brutto, il manifesto pubblicitario dalla tag e di conseguenza DUMBO da KEEP CLEAN.
DUMBO nasce 27 anni fa nella periferia sud-ovest di Milano dove il contesto urbano, forse più che altrove, ispira ed accoglie le istanze comunicative dei giovani diventando presto cornice di parole urlate dai muri.
E' nel 93 che si avvicina gradualmente al mondo dei graffiti: frequenta persone che manifestano i suoi stessi interessi e con questi dà inizio ad un intenso lavoro di appropriazione del territorio cittadino dipingendo prevalentemente sui treni e sui muri di Milano.
Alla fine degli anni ‘90 la consapevolezza di far parte di un fenomeno artistico internazionalmente riconosciuto e in continua evoluzione, lo porta all'incontro e alla collaborazione con artisti stranieri in paesi europei e non, dove lo scambio di esperienze e di visioni si assesta sempre più in un ambito propriamente artistico.
Grazie a questa continua sperimentazione di forme e contenuti artistici e alla conseguente realizzazione di disegni e tele, Dumbo viene invitato a partecipare a mostre collettive come AIRBRUSH (2001-2003) e NOW UNDERGROUND (2004), a collaborare con riviste affermate (Urban, Caffelatte, Boiler, Graphotism) e pubblicazioni appartenenti ad un circuito underground internazionale.
Nel 2002 realizza la sua prima esposizione personale allo spazio Olinda presso l'ex ospedale psichiatrico P. Pini di Milano, seguita nel 2003 da una mostra in collaborazione col fotografo Fakso presso la casa di produzione cinematografica "Neue Sentimental Film".
Ma questi sono anche gli anni in cui Dumbo fa della strada il suo più frequentato laboratorio: scritte, manifesti, adesivi. Una scelta, questa, coerente con una forma d'arte prima di tutto legata alla strada e all'illegalità, che indubbiamente ne costituiscono l'aspetto caratterizzante.
"Sfido chiunque sia stato in Italia e soprattutto a Milano negli ultimi dieci anni a sostenere di non aver letto sui muri la parola "dumbo". Impossibile.
Il writer che si cela dietro queste cinque lettere ripetute ossessivamente, che tanto ha fatto discutere a Milano e in Italia, ha l’incoercibile ossessione di tatuare la pelle delle città. Nato negli anni ’70 e cresciuto nella periferia sud di Milano, Dumbo entra in contatto col mondo dei graffiti nei primi anni ’90 e, nel giro di breve tempo, diventa uno dei writer più in vista nel panorama europeo. Nei suoi numerosi viaggi in Italia, Europa e Stati Uniti, Dumbo entra in contatto con nuove realtà che contribuiscono a determinarne gusti e personalità sino a quando, verso il 2000, decide di dare nuova forma a questa sua passione ossessiva: pur senza abbandonare l’azione di strada, inizia un percorso artistico che lo porta a partecipare, fra il 2001 e il 2004, a svariate collettive. Nel 2004, presenta la sua prima personale a Viafarini, evento che induce i media a focalizzare sempre più l’interesse su questo scomodo, geniale e soprattutto misterioso personaggio e, nel giro di breve tempo, Dumbo diventa un caso dibattuto fra le istituzioni che si occupano di ordine pubblico e i circuiti dell’arte contemporanea."
Enrico Damiani
"Dumbo rappresenta tutto ciò che è giusto facendo tutto ciò che viene considerato sbagliato da un sistema culturale che continua a non volere accettare la realtà così com’è, ma si ostina a crearne di false e artificiali."
Barry McGee
Veduta dell'allestimento.
Veduta dell'allestimento.
Veduta dell'allestimento.
Dumbo, dopo a New York
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viafarini@viafarini.org