"1959. Brochure Space - The New Frontier. La NASA pubblica lo spaccato dell'interno di una stazione spaziale sperimentale: un prototipo futuribile, in grado di ospitare cinquanta persone d'equipaggio, concepito come un laboratorio nomade per lo studio degli effetti dei lunghi viaggi nello spazio sugli astronauti. Un archetipo, rimasto tale, privo di esemplari, fallito nella sua realizzazione concreta.
Nel progetto Unlikely collisions, Driant Zeneli materializza la sua ricerca sull’irrealizzato e l’ineffettivo come fulcro della produzione di energia. In un display ibrido – che utilizza la performance come generatore di materiale d’esposizione, e che rettifica l’inerzia dell’esposizione servendosi in modo insistito della performance – Zeneli accoppia la plausibilità e la collisione e li dichiara come due luoghi metaforici e reali.
Un pendant inconscio con la teoria chimica degli urti di Trautz e Lewis, che Zeneli traduce con una durational performance di due ore a esordio dell’evento espositivo: affinché una reazione abbia luogo e i reagenti si trasformino in prodotti, i reagenti devono collidere; di tutte le collisioni che avvengono, solo una frazione risulta però utile all'avanzamento dei processi. Con questa ipotesi e con la collaborazione di traceurs professionisti, Zeneli trasforma lo spazio espositivo di Viafarini DOCVA in uno spazio agito, simile negli intenti al laboratorio spaziale progettato dalla NASA nel 1959. Un collettore di energie potenziali, non finalizzate, tutte attive nello stesso momento senza direzione univoca. Una soglia di verifica in cui fluidità e forza animali e controllo razionale sono tesi a provocare il rischio, gestirlo e superare ostacoli artificialmente costituiti.
Coerentemente con la pratica di Zeneli, la smobilitazione di enormi masse energetiche nel contesto performativo si risolve in mere produzioni video, cariche di premesse eroiche rinnegate da finali non fedeli a quelle premesse. Facendo circolare nello spazio aereo della performance una serie di piccoli aeromobili a pilotaggio remoto – pochi anni fa sinonimo di avanguardia tecnologica ed oggi piegati a piccole ed economiche missioni dull, dirty and dangerous – Zeneli orchestra una campo d’azione misto, dove trovano gioco potenziali collisioni tra oggetti, macchine e uomini. In uno spazio aperto, percorribile, laboratoriale. Il progetto Unlikely Collisions di Driant Zeneli è reso possibile grazie alla preziosa collaborazione di MilanMonkeys – A. S. D. Parkour (Milano) e da In the Air (Milano). La mostra si inserisce nel programma The Spring Awakening di Miart 2014. Il video prodotto nella prima session performativa sarà visibile dal 17 Marzo negli orari di apertura di Viafarini DOCVA e in una apertura straordinaria il 25 Marzo 2014 dalle ore 18.30. Una seconda session performativa è prevista il 29 marzo 2014, alle 18.30.
Driant Zeneli. Nato nel 1983 a Shkoder, Albania. Vive e lavora a Roma. Nel 2011 ha rappresentato l’Albania alla 54esima Esposizione Internazionale d’Arte - Biennale di Venezia. Il suo lavoro è stato esposto a: GAM - Galleria d’Arte Moderna, Torino (2013); Palazzo Ducale, Genova (2013); White House Biennial, Atene (2013); KCCC, Museum of Contemporary Art, Klaip?da( 2013); ZKM, Museum of Contemporary Art, Karlsruhe(2012); MUSAC, Museum of Contemporary Art Castiglia, León(2012); TICA – Tirana Institute of Contemporary Art, Albania (2012); Prague Biennale 5, Praga (2011); 98 weeks Project Space, Beirut (2011); Trongate 103, Glasgow (2011); Prometeogallery di Ida Pisani, Milano (2010); National Gallery of Kosove, Prishtine (2010); Galerie West, Den Haag, (2010); Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova(2009); National Gallery of Tirana, (2008)."
Simone Frangi e Gabriele Francesco Sassone
Con il contributo di Fondazione Cariplo e di Gemmo spa. Con la collaborazione di MilanMonkeys – A. S. D. Parkour (Milano) e di In the Air (Milano).
"1959. Brochure Space - The New Frontier. La NASA pubblica lo spaccato dell'interno di una stazione spaziale sperimentale: un prototipo futuribile, in grado di ospitare cinquanta persone d'equipaggio, concepito come un laboratorio nomade per lo studio degli effetti dei lunghi viaggi nello spazio sugli astronauti. Un archetipo, rimasto tale, privo di esemplari, fallito nella sua realizzazione concreta.
Nel progetto Unlikely collisions, Driant Zeneli materializza la sua ricerca sull’irrealizzato e l’ineffettivo come fulcro della produzione di energia. In un display ibrido – che utilizza la performance come generatore di materiale d’esposizione, e che rettifica l’inerzia dell’esposizione servendosi in modo insistito della performance – Zeneli accoppia la plausibilità e la collisione e li dichiara come due luoghi metaforici e reali.
Un pendant inconscio con la teoria chimica degli urti di Trautz e Lewis, che Zeneli traduce con una durational performance di due ore a esordio dell’evento espositivo: affinché una reazione abbia luogo e i reagenti si trasformino in prodotti, i reagenti devono collidere; di tutte le collisioni che avvengono, solo una frazione risulta però utile all'avanzamento dei processi. Con questa ipotesi e con la collaborazione di traceurs professionisti, Zeneli trasforma lo spazio espositivo di Viafarini DOCVA in uno spazio agito, simile negli intenti al laboratorio spaziale progettato dalla NASA nel 1959. Un collettore di energie potenziali, non finalizzate, tutte attive nello stesso momento senza direzione univoca. Una soglia di verifica in cui fluidità e forza animali e controllo razionale sono tesi a provocare il rischio, gestirlo e superare ostacoli artificialmente costituiti.
Coerentemente con la pratica di Zeneli, la smobilitazione di enormi masse energetiche nel contesto performativo si risolve in mere produzioni video, cariche di premesse eroiche rinnegate da finali non fedeli a quelle premesse. Facendo circolare nello spazio aereo della performance una serie di piccoli aeromobili a pilotaggio remoto – pochi anni fa sinonimo di avanguardia tecnologica ed oggi piegati a piccole ed economiche missioni dull, dirty and dangerous – Zeneli orchestra una campo d’azione misto, dove trovano gioco potenziali collisioni tra oggetti, macchine e uomini. In uno spazio aperto, percorribile, laboratoriale. Il progetto Unlikely Collisions di Driant Zeneli è reso possibile grazie alla preziosa collaborazione di MilanMonkeys – A. S. D. Parkour (Milano) e da In the Air (Milano). La mostra si inserisce nel programma The Spring Awakening di Miart 2014. Il video prodotto nella prima session performativa sarà visibile dal 17 Marzo negli orari di apertura di Viafarini DOCVA e in una apertura straordinaria il 25 Marzo 2014 dalle ore 18.30. Una seconda session performativa è prevista il 29 marzo 2014, alle 18.30.
Driant Zeneli. Nato nel 1983 a Shkoder, Albania. Vive e lavora a Roma. Nel 2011 ha rappresentato l’Albania alla 54esima Esposizione Internazionale d’Arte - Biennale di Venezia. Il suo lavoro è stato esposto a: GAM - Galleria d’Arte Moderna, Torino (2013); Palazzo Ducale, Genova (2013); White House Biennial, Atene (2013); KCCC, Museum of Contemporary Art, Klaip?da( 2013); ZKM, Museum of Contemporary Art, Karlsruhe(2012); MUSAC, Museum of Contemporary Art Castiglia, León(2012); TICA – Tirana Institute of Contemporary Art, Albania (2012); Prague Biennale 5, Praga (2011); 98 weeks Project Space, Beirut (2011); Trongate 103, Glasgow (2011); Prometeogallery di Ida Pisani, Milano (2010); National Gallery of Kosove, Prishtine (2010); Galerie West, Den Haag, (2010); Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova(2009); National Gallery of Tirana, (2008)."
Simone Frangi e Gabriele Francesco Sassone
Con il contributo di Fondazione Cariplo e di Gemmo spa. Con la collaborazione di MilanMonkeys – A. S. D. Parkour (Milano) e di In the Air (Milano).
Foto di Davide Tremolada
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Foto di Davide Tremolada
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Foto di Davide Tremolada.
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