Not Vital è nato a Sent, in Engadina, nel 1948. Vive e lavora a New York e Lucca.
Il percorso artistico di Not Vital è cominciato nei primi anni '70 con performance che univano la critica all'opera d'arte come oggetto artistico, una forte interazione con la natura e un forte interesse per l'antropologia.
Da una decina d'anni Not Vital dedica una gran parte del suo lavoro alla scultura, scegliendo oggetti non solo per le loro qualità estetiche, instaurando così una relazione particolarmente forte tra l'uomo e la sua opera. Il risultato artistico è carico di simbolismo: raffigura i temi dell'uomo e dell'animale in un mondo primitivo e atemporale, evocando la profondità sensuale delle domande sull'esistenza. Traspare il desiderio di illuminare e scoprire la nozione astratta di preistoria, origine e verità primaria.
La nozione di storia si lega perfettamente al paesaggio fatto di spazio, verticalità e luce, primordiale e forte delle Alpi dell'Engadina.
Seguendo questo complesso di pensieri, Not Vital ha intrapreso la fusione di 1.000 cacche di mucca che serviranno a stabilire un legame culturale ed economico tra due società: raccolti nei pascoli svizzeri, gli sterchi sono fusi in bronzo, convertendosi quindi in oggetti sculture. Il ricavato della vendita di queste 1.000 sculture sarà destinato alla costruzione di un ospedale per bambini in Nepal. L'escremento senza valore nella nostra società ricca arricchirà una popolazione che ne riconosce il valore usandolo come combustibile ad uso domestico. Si produce quindi una mutazione culturale, una trasformazione prima della materia e poi del significato che conferisce all'oggetto una crescita simbolica.
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior (F. De André)
Le 77 cacche di mucca esposte in Viafarini fanno parte del progetto 1.000 cacche di mucca per un ospedale pediatrico a Katmandu. Ogni anno in Nepal un terzo dei bambini muoiono o rimangono deturpati perché bruciati da combustibili utilizzati pr riscaldare le "case" e per cucinare. L'incontro con uno dei bambini e la constatazione della totale assenza di strutture ospedaliere hanno spinto Not Vital a progettare un segno d'arte che servisse a migliorare questa realtà. Così ha raccolto sugli alpeggi svizzeri il più povero prodotto del paese con più privilegi del mondo, le cacche di mucca, per trasformarle in "pezzi unici irripetibili", in mille sculture in bronzo che serviranno alla costruzione di un padiglione per bambini ustionati nell'ospedale Kant di Katmandu, diretto dal dottor Narayan Bahadur Thapa.
"Not Vital fu la prima collaborazione con una galleria, lo Studio Guenzani, subito il primo anno. Ad essa sarebbe seguita la collaborazione con Studio Sergio Casoli, per le nostre di David Mach e poi di Salvatore Falci. Claudio Gienzani anche presento’ a Viafarini Maggie Cardelus, che avrebbe fatto un progetto di li a poco, e Martino Coppes collaborava con la galleria Monica De Cardenas.
Era importante per Viafarini instaurare buoni rapporti anche con le gallerie."
Patrizia Brusarosco
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Not Vital è nato a Sent, in Engadina, nel 1948. Vive e lavora a New York e Lucca.
Il percorso artistico di Not Vital è cominciato nei primi anni '70 con performance che univano la critica all'opera d'arte come oggetto artistico, una forte interazione con la natura e un forte interesse per l'antropologia.
Da una decina d'anni Not Vital dedica una gran parte del suo lavoro alla scultura, scegliendo oggetti non solo per le loro qualità estetiche, instaurando così una relazione particolarmente forte tra l'uomo e la sua opera. Il risultato artistico è carico di simbolismo: raffigura i temi dell'uomo e dell'animale in un mondo primitivo e atemporale, evocando la profondità sensuale delle domande sull'esistenza. Traspare il desiderio di illuminare e scoprire la nozione astratta di preistoria, origine e verità primaria.
La nozione di storia si lega perfettamente al paesaggio fatto di spazio, verticalità e luce, primordiale e forte delle Alpi dell'Engadina.
Seguendo questo complesso di pensieri, Not Vital ha intrapreso la fusione di 1.000 cacche di mucca che serviranno a stabilire un legame culturale ed economico tra due società: raccolti nei pascoli svizzeri, gli sterchi sono fusi in bronzo, convertendosi quindi in oggetti sculture. Il ricavato della vendita di queste 1.000 sculture sarà destinato alla costruzione di un ospedale per bambini in Nepal. L'escremento senza valore nella nostra società ricca arricchirà una popolazione che ne riconosce il valore usandolo come combustibile ad uso domestico. Si produce quindi una mutazione culturale, una trasformazione prima della materia e poi del significato che conferisce all'oggetto una crescita simbolica.
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior (F. De André)
Le 77 cacche di mucca esposte in Viafarini fanno parte del progetto 1.000 cacche di mucca per un ospedale pediatrico a Katmandu. Ogni anno in Nepal un terzo dei bambini muoiono o rimangono deturpati perché bruciati da combustibili utilizzati pr riscaldare le "case" e per cucinare. L'incontro con uno dei bambini e la constatazione della totale assenza di strutture ospedaliere hanno spinto Not Vital a progettare un segno d'arte che servisse a migliorare questa realtà. Così ha raccolto sugli alpeggi svizzeri il più povero prodotto del paese con più privilegi del mondo, le cacche di mucca, per trasformarle in "pezzi unici irripetibili", in mille sculture in bronzo che serviranno alla costruzione di un padiglione per bambini ustionati nell'ospedale Kant di Katmandu, diretto dal dottor Narayan Bahadur Thapa.
"Not Vital fu la prima collaborazione con una galleria, lo Studio Guenzani, subito il primo anno. Ad essa sarebbe seguita la collaborazione con Studio Sergio Casoli, per le nostre di David Mach e poi di Salvatore Falci. Claudio Gienzani anche presento’ a Viafarini Maggie Cardelus, che avrebbe fatto un progetto di li a poco, e Martino Coppes collaborava con la galleria Monica De Cardenas.
Era importante per Viafarini instaurare buoni rapporti anche con le gallerie."
Patrizia Brusarosco
Veduta dell'installazione.
Foto di Armin Linke
Dettaglio dell’installazione.
Foto di Armin Linke
Fusione in bronzo
Lo spazio di Viafarini all’epoca non ristrutturato deve essere sembrato perfetto per questa installazione!
Foto di Davide Bonasia
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viafarini@viafarini.org