Nell’ambito di Memories and Encounters presso VIR Viafarini-in-residence tre gruppi di artisti si susseguono da maggio 2009 a marzo 2010, grazie al prezioso contributo della Fondazione Cariplo che ha deciso di promuovere l’intero progetto, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che collaborano nella progettualità di scambi internazionaler e di singole realtà che hanno garantito il sostegno del progetto e degli artisti invitati: Gemmo spa, partner istituzionale di Viafarini, ACACIA – Associazione Amici Arte Contemporanea e la Fondazione Nicoletta Fiorucci.
Il 1 ottobre, dopo un solo mese di permanenza a Milano i tre artisti invitati a VIR Viafarini-in-residence, sono pronti a presentarsi al pubblico, pronti a mostrare le dominanti la loro ricerca e alcuni significativi esempi della loro produzione.
Si sono confrontati, hanno discusso, hanno espresso ciascuno il proprio approccio a questa esperienza e ora lo dichiarano pubblicamente. Non si tratta di una visita al loro studio, anche se questa resta implicita e testimonia la fase iniziale dei loro tre mesi di residenza a Milano, ma di una presentazione di intenti, di una riflessione a porte aperte sul loro lavoro e sulle sinergie che questa residenza può far germogliare.
Jonathan Baldock ha impostato la sua ricerca cavalcando la linea del “grottesco” con particolare riferimento alla sua espressione in Italia e a Milano: dalla visita agli ossari della città alle ricerche sulla Commedia dell'Arte, dall'Arcimboldo ai musei del costume. Promette lavori a parete, di ampie dimensioni, stranamente bidimensionali ma con parti in rilievo e in volume.
Nell’ambito della collaborazione con ACACIA, sostenitrice dell’intero programma Memories and Encounters, è stato invitato l’americano Shane Campbell, assegnandogli inoltre una borsa di studio per la sua residenza. L’artista ha deciso di sviluppare a Milano un nuovo ciclo di pitture ispirate al lavoro di Giulio Romano: una ricerca pittorica, che parla di "gravità", di peso, non più di pattern e ripetizione, come elemento o suggestione caratterizzante. Una nuova guerra di Giganti, un inedito tiro alla fune, fragmentato in tele di varie dimensioni, stratificato su superfici possibilmente sovrapposte. Campbell segue l'impeto e in poche settimane la sua porzione di studio è già stata invasa dal suo materiale immaginifico e dalla sua personale rielaborazione.
Per Julia Staszak l'autenticità è sostanziale, mentre l'autografia un vezzo discutibile. L'artista tedesca infatti, incorpora in installazioni di varie dimensioni lavori propri, prevalentemente pittorici insieme ad opere di altri, chieste in prestito, donate o acquistate. Staszak elabora strutture di esposizioni dove questi artefatti o manufatti trovano una loro sostanziale collocazione all'interno di un tutto che è l'effettiva opera dell'artista. A Milano potrebbe lasciarsi suggestionare dal materiale dello storico archivio di Viafarini e Careof, o forse potrebbe coinvolgere altri giovani artisti italiani nel suo lavoro, o ancora, integrare e congiungere il suo lavoro a quello degli altri due artisti ospiti del VIR. Non resta che aspettare e stare a sentire quello che racconterà al pubblico il 1 ottobre.
In questa fase di progettazione del lavoro, potrebbe essere proprio lei a giocare il ruolo di congiunzione tra queste tre ricerche, questi tre approcci, queste tre modalità di fare arte che si accavallano e caratterizzano la seconda tappa di Memories and Encounters e la stagione autunnale di VIR.
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